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Inutile girarci intorno: il ritorno sopra 23 mila casi in un solo giorno ha alimentato una doppia preoccupazione. Non c’è solo il timore che già si avvertano gli effetti delle riaperture e dello shopping di Natale che hanno riacceso una terza ondata. La vera domanda è un’altra ed è molto più scivolosa: anche in Italia, come nel Regno Unito, c’è una variante di Sars-CoV-2 simile a quella inglese (o anche differente ma comunque molto più trasmissibile) che sta viaggiando più velocemente? In fondo ciò che è successo in Veneto, con un deciso incremento dei casi nelle ultime settimane, potrebbe essere la fotografia di ciò che sta per succedere nel resto del Paese.
Vaccino, allarme Biontech: «Servono altre dosi, da soli non ce la facciamo»
Covid Lazio, bollettino 31 dicembre: 1.767 casi (730 a Roma) e 73 morti
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Il tema dei tamponi
Ma prima di arrivare a conclusioni è giusto affidarsi ai numeri, con un avvertimento: il confronto con le settimane precedenti ha delle controindicazioni perché i giorni festivi come il Natale o Santo Stefano modificano sempre la regolarità dell’effettuazione dei tamponi. Negli ultimi giorni ne sono stati eseguiti pochi e può anche essere che oggi assistiamo al recupero dei test che attorno a Natale non erano stati fatti. Inoltre, questo ormai bisogna averlo chiaro, il tasso di tamponi positivi è diventato un dato poco attendibile, perché in molte regioni, a partire dal Lazio, si effettuano molti test antigenici rapidi che non vengono conteggiati nelle statistiche del Ministero della Salute.
Nell’ultima settimana (tra il 31 e il 25 dicembre) in Italia sono stati registrati 97.833 nuovi casi positivi, con una media giornaliera di 13.976 infetti.
Nei prossimi giorni tutti questi numeri si consolideranno e capiremo se il ritorno delle Regioni in fascia gialla prima, le feste di Natale e fine anno poi (sia pure con le limitazioni ancora valide), ci faranno pagare un conto doloroso in termini di contagi. Il prossimo passaggio delicato è quello del 7 gennaio, quando riapriranno le scuole. Di certo, in questi giorni siamo in una situazione leggermente migliore di altri Paesi come Austria, Germania e Regno Unito, ma ormai questa pandemia ci ha abituati a lievi e lente flessioni e improvvise impennate. E presto dovremo guardare con più attenzione a un’altra tabella: quella del numero di persone vaccinate, in cui la Germania ha già un dato dieci volte più alto di quello dell’Italia.
Il Messaggero