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CASTELFRANCO - Aveva atteso per quasi 5 ore e mezza nel pronto soccorso di Castelfranco con una scheggia di ferro nell'occhio. Dopodiché se n'era andato. E il giorno seguente si era rivolto al pronto soccorso di Treviso, dove il problema era stato risolto in meno di un'ora, senza bisogno di pagare il ticket, data l'effettiva necessità. Ma adesso, a quasi nove mesi di distanza, gli è arrivato il conto del ticket di Castelfranco. Nello specifico, il primo sollecito a pagare 29,30 euro, entro trenta giorni, altrimenti verrà immediatamente avviata la procedure di legge per il recupero della somma in modo coattivo. È quanto capitato a un trevigiano di 38 anni.
Sei mesi per l'esame medico, poi l'ennesima delusione: «Tutto da rifare»
LA VICENDA
«Sembra assurdo spiega il problema non è stato nel dover aspettare a Castelfranco.
LA CONCLUSIONE
Il 38enne è già rassegnato a pagare. «Anche se non è giusto specifica visto che me ne sono andato perché non ricevevo risposte». Il giorno seguente, invece, a Treviso non c'erano state difficoltà. Il quadro finale è stato quello di una iperemia congiuntivale con secrezione acquosa e alone di ruggine in esiti di corpo estraneo corneale ferroso. E dopo una terapia di 7 giorni il problema è stato definitivamente risolto. Dal canto suo, l'Usl della Marca specifica che la procedura è stata seguita in modo preciso e puntuale: «Il sollecito è arrivato perché tutti gli allontanamenti volontari dal pronto soccorso devono essere oggetto di riscossione dicono se però un utente presenta reclamo e le sue ragioni vengono ritenute valide, la richiesta di pagamento può essere annullata». A quanto pare, però, il 38enne non seguirà questa strada. «La situazione è questa conclude ci si mette meno a pagare i quasi 30 euro che non a fare la raccomandata per inoltrare il reclamo, che poi magari potrebbe anche essere respinto».
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Il Messaggero