Giovani e sport: come evitare gli infortuni più comuni

Giovani e sport: come evitare gli infortuni più comuni
Calcio, tennis, basket, nuoto o pallamano. Per i giovani, non esiste uno sport più adatto di un altro. L’importante è scegliere un’attività...

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Calcio, tennis, basket, nuoto o pallamano. Per i giovani, non esiste uno sport più adatto di un altro. L’importante è scegliere un’attività capace di stimolare del sano agonismo e che faccia divertire. L’aspetto giocoso dell’allenamento, infatti, è fondamentale, soprattutto nei bambini, perché grazie a lui e senza quasi accorgersene, si riescono ad acquisire valori determinanti per la crescita, come la lealtà, il coraggio, lo spirito di gruppo o la capacità di accettare la sconfitta e andare avanti. 


Eppure, in una vasca o sul campo, qualsiasi esso sia, può succedere a tutti, ogni tanto e proprio in nome di quel sano agonismo della gara sportiva, di voler provare a fare i campioni e di sfidare i propri limiti, per strappare quel punto che manca alla vittoria. Con in testa i propri idoli o la squadra del cuore, complici la foga competitiva e lo scarso senso del pericolo, può accadere quindi di andare oltre le proprie capacità e di mettersi nei guai, procurandosi qualche infortunio, più o meno grave: «Si va dalle distorsioni articolari alle contusioni muscolari, fino alle fratture. Per schivare queste sventure - avverte il dottor Corrado Bait, ortopedico ed esperto in Traumatologia dello Sport, anche per l’infanzia - occorre un adeguato training sportivo ed evitare sempre i sovraccarichi, responsabili di scarsa “lucidità” agonistica». 


Ecco che allora è necessario, in ogni società sportiva, l’inserimento, fin dalla giovane età dei ragazzi, di programmi di lavoro specifici sulla prevenzione: «Su tutti - precisa Bait - gli esercizi “propriocettivi”, capaci di stimolare il sistema neuro-motorio nella sua totalità». Fondamentale però è anche l’approccio dei ragazzi rispetto allo sport, in particolare il tempo che dedicano all’allenamento e quello che invece impiegano nello stare a riposo. Un’alternanza di fasi necessaria, per non stressare troppo muscoli, caviglie o ginocchia. Ma qual è, allora, la dose giusta di attività da praticare durante la settimana? «I fattori da valutare sono molti, ambientali e sociali», spiega l’ortopedico, che aggiunge: «Si può tranquillamente consigliare ai bambini e agli adolescenti di allenarsi 2 o 3 volte alla settimana, con la partita nel fine settimana. L’importante è che venga seguita una preparazione atletica consona alla loro età e che più banalmente, non si dimentichi mai di scaldare i muscoli prima di iniziare l’allenamento, e di fare stretching subito dopo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero