Roma, le nuove frontiere delle protesi all'anca: Caton sale in cattedra

A destra, il professore Jacques Caton
Un incontro scientifico-culturale fra la scuola italiana e quella francese per discutere le nuove frontiere delle protesi all’anca e in particolare l’innovativa...

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Un incontro scientifico-culturale fra la scuola italiana e quella francese per discutere le nuove frontiere delle protesi all’anca e in particolare l’innovativa tecnica dei cotili a doppia mobilità. In cattedra il professor Jacques Caton, luminare proveniente dall’università di Lione e uno degli inventori di questa metodo rivoluzionario. “La tecnica dei cotili a doppia mobilità – ha spiegato il prof Raffaele Iorio, ricercatore della cattedra di Ortopedia e tramautologia dell’Azienda ospedaliera Sant’Andrea – ha portato grossi benefici sia in termini medici, sia economici. Grazie a questo metodo, infatti, è stato possibile ridurre al minimo le possibili lussazioni per i portatori di protesi in quanto garantisce un’elevata stabilità dell’articolazione".


Senza dubbio una buona notizia anche perché, negli ultimi anni, sono cresciute notevolmente le richieste di protesi all’anca, soprattutto in età meno avanzate: In italia si effettuano oltre centodiecimila interventi annui. Queste infatti vengono usate principalmente per curare fratture o gravi problemi di artrosi. Adesso, attraverso questa tecnica, soprattutto nel caso di fratture in pazienti affetti da disturbi neurologici, si riducono le complicanze e il tasso di mortalità. “L’importanza di questo evento – spiega il dottor Orio Calligaris, anche lui presente alla lezione – è facilmente spiegabile: Caton, infatti, è l’ultimo allievo del professor Trillat, il più grande luminare francese in questo campo.  Basti pensare che la Francia, negli ultimi 50 anni, ha presentato ben ventritè novità sulla chirurgia ortopedica elettiva. Caton poi è un personaggio davvero unico essendo anche presidente dell’accademia di arte contemporanea di Lione. Ecco perché va ringraziato il prof Iorio per averlo invitato in italia e per aver dato la possibilità agli specializzandi di poter partecipare a un incontro di tale livello”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero