I pazienti di chirurgia per la perdita di peso, o bariatrica, richiedono in numero crescente un sostegno per la salute mentale, particolarmente se richiedono successive operazioni...
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Lo specialista di terapia intensiva David Morgan, che ha guidato lo studio, si è detto sorpreso che non si siano registrati miglioramenti di salute mentale dopo la chirurgia. «Abbiamo invece rilevato un più frequente accesso a servizi di salute mentale dopo un'operazione bariatrica, rispetto agli stessi pazienti prima dell'intervento». È importante studiare la salute mentale dei pazienti di chirurgia bariatrica perché le persone obese hanno un'alta incidenza di problemi mentali, mentre si registra un alto tasso di re-interventi, uno su cinque entro cinque anni. «Ciò significa che questi pazienti o non perdono peso o subiscono complicazioni che richiedono chirurgia secondaria, il che ovviamente esercita ulteriori pressioni».
«Lo stigma che le società occidentali esercitano sui corpi più grandi è potenzialmente un fattore che contribuisce a esiti di salute mentale, con effetti duraturi sulle persone obese», aggiunge Morgan. «La maniera in cui vedono sè stessi si è probabilmente formata in molti anni di stigmatizzazione del loro peso, il che può richiedere molto tempo per recuperare». È importante che le persone riflettano sulle ragioni per cui vogliono sottoporsi a chirurgia, che comprendano che ridurre il proprio peso non cambierà necessariamente il modo in cui interagiscono con il prossimo, non migliorerà automaticamente altri aspetti della vita, il che può anche condurre a problemi di salute mentale. E se procedono con l'intervento, è importante che si assicurino di poter contare in seguito su una buona rete di supporto. «È chiaro che la chirurgia non è la risposta per tutti», conclude. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero