Ricercatrice napoletana sviluppa biochip che imita la retina dell'occhio

La ricerca scientifica ha compiuto un notevole passo avanti nello sviluppo di un biochip che imita la retina dell'occhio. Questo chip, sviluppato da un team di ricerca guidato...

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La ricerca scientifica ha compiuto un notevole passo avanti nello sviluppo di un biochip che imita la retina dell'occhio. Questo chip, sviluppato da un team di ricerca guidato da Francesca Santoro, ricercatrice del Forschungszentrum Jülich e docente dell'Università RWTH di Aquisgrana, è composto da materiali organici conduttivi e sensibili alla luce, in grado di imitare il comportamento della retina e processi di memoria nel cervello. La sua flessibilità e la capacità di funzionare con gli ioni lo rendono particolarmente adatto all'integrazione con il corpo umano. Questa innovazione potrebbe migliorare l'efficacia degli impianti retinici e avere future applicazioni nel trattamento di malfunzionamenti del corpo e del cervello, nonché come sinapsi artificiale. Francesca Santoro ha già ricevuto numerosi riconoscimenti per le sue innovazioni nel campo della bioelettronica e della medicina. Al momento lo sviluppo è però considerato solo una "prova di concetto" e ulteriori ricerche saranno necessarie per esplorarne appieno le potenzialità.

Chip nella lotta contro Parkinson e Alzheimer

Oltre alla retina artificiale, il team sta sviluppando altri approcci per i chip bioelettronici che possono interagire in modo simile con il corpo umano, in particolare le cellule del sistema nervoso e ci si augura che un giorno saranno in grado di utilizzare i loro componenti per intervenire attivamente nei percorsi di comunicazione delle cellule, ad esempio, correggere gli errori nell'elaborazione e nella trasmissione delle informazioni che si verificano in malattie neurodegenerative come il Parkinson o il morbo di Alzheimer, o di sostenere gli organi che non funzionano più correttamente. Inoltre, tali componenti potrebbero anche fungere da interfaccia tra arti o articolazioni artificiali.
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Il Messaggero