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Se ieri si è registrato il numero più basso di vittime dallo scorso 14 ottobre, oggi si guarda già a come evitare una quarta ondata e un nuovo lockdown. A parlarne è Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Ema, intervenuto ad Agorà su Rai3. Il consulente del commissario per l'emergenza coronavirus spiega che la stagionalità del Covid-19 non lo convince, ma durante l'estate «si vive di più all'aperto e in genere si esce da un lockdown, quindi il virus gira meno». Perciò è in questo momento che «bisogna prepararsi in maniera molto molto seria per ottobre».
Le tre le mosse suggerite dall'esperto sono:
1) Tracciare tutti i casi;
2) Sequenziare il virus per monitorare le sue varianti;
3) Verificare l'immunità per pianificare eventualmente una terza dose di vaccino.
Se «il primo pilastro della strategia è mettere in sicurezza i vulnerabili - ricorda il microbiologo dell'università Tor Vergata di Roma, direttore scientifico del provider di educazione continua in medicina Sanità In-Formazione, gruppo Consulcesi - il secondo pilastro è interrompere la circolazione» di Sars-CoV-2 «in quelli che sono i grandi protagonisti della mobilità», i ragazzi e i giovani «dai 12 ai 30 anni, vaccinandoli massivamente adesso».
Poi è necessario «mantenere dei comportamenti corretti» e ci sono «altri due aspetti assolutamente fondamentali»: ora che l'incidenza è tornata intorno ai 50 casi per 100mila abitanti, «si può riprendere la tracciatura. Si può e si deve fare la tracciatura - insiste Rasi - si devono fare le sequenze dei pochi casi perché lì si intercettano le varianti, e bisogna fare un minimo di sierologia per vedere chi è immune e chi no, e se fare questa terza dose famosa» di vaccino «e quando». Ormai «lo abbiamo imparato: a questo punto si fa la tracciatura, sulla tracciatura si fanno le sequenze e sulle sequenze si decide la strategia futura».
Il Messaggero