Pisolino pomeridiano? Sì fino ai 2 anni, poi nuoce alla salute

Pisolino pomeridiano? Sì fino ai 2 anni, poi nuoce alla salute
Gli spagnoli usano fare "la siesta", a Napoli la chiamano "a' cuntrora". Per tutti è il sonnellino pomeridiano, la mezz'ora di riposo che, chi può, si concede dopo...

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Gli spagnoli usano fare "la siesta", a Napoli la chiamano "a' cuntrora". Per tutti è il sonnellino pomeridiano, la mezz'ora di riposo che, chi può, si concede dopo pranzo, per ristorarsi dalle fatiche della mattinata, prima di immergersi negli impegni del pomeriggio.


Meno frequente al nord, totem intoccabile al sud, la breve dormita che segue il pasto principale della giornata ha subìto negli ultimi tempi un drastico ridimensionamento, tanto da non essere così diffusa come 20 o 30 anni fa, quando i ritmi di vita erano meno frenetici e, anche per chi lavorava tutto il giorno, rappresentava una normalissima concessione. Oggi due studi, uno dell'Università Paris Descartes, in collaborazione con la Sorbona, e un altro della Queensland University of Technology in Australia, offrono risposte contraddittorie a un dilemma che non sarà facile sbrogliare: il sonnellino pomeridiano fa bene o va assolutamente evitato?

Secondo le risposte che arrivano da Parigi, sarebbe un vero toccasana, soprattutto per chi non ha riposato durante la notte. Leggendo i risultati dello studio australiano, invece, pubblicati sugli Archives of Desease in Childhood, dormire dopo pranzo sarebbe efficace solo nei primi due anni di vita, passati i quali il sonno notturno ne verrebbe del tutto compromesso. Solo i neonati, infatti, fino ai 24 mesi, trovano giovamento dal dormire nelle prime ore del pomeriggio, anche perché dai due anni in poi si fa più fatica ad addormentarsi di giorno.

Pregiudicare il sonno della notte, dormendo dopo pranzo, avrebbe quindi influenze negative sulla salute: un cattivo riposo notturno, come è ormai noto, favorisce l'insorgere dell'obesità e di disturbi cardiovascolari, oltre che diversi disagi a livello cognitivo e comportamentale. "Il nostro studio suggerisce che dopo i due anni d’età, in cui è più comune smettere di fare pisolini, il sonno diurno è associato a un sonno notturno più breve e disturbato” afferma Karen Thorpe, che ha condotto la ricerca in Australia, analizzando 26 lavori precedenti su un totale di 781 studi sul tema. I genitori, quindi, accorgendosi che il loro bambino ha difficoltà a prendere sonno la notte, dovrebbero valutare se è il caso di farlo dormire nel pomeriggio, almeno secondo le conclusioni della Queensland University of Technology.


Come se ne esce, insomma? Di fronte a un'ambivalenza di giudizi, il buon senso suggerirebbe di lasciar decidere ai bambini stessi se riposare o no dopo pranzo, poiché alcuni ne hanno bisogno e altri no. La pensa così, tra gli altri, Dana Rofey del Children Hospital presso l'Università di Pittsburgh. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero