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Preoccuparsi dell’obesità del bambino significa preoccuparsi dell’adulto di domani.
Il numero di bambini/ragazzi obesi che mantengono uno stato di obesità in età adulta è in costante ascesa: si ritiene che circa il 25-50% dei piccoli gravemente sovrappeso non perda l’eccesso ponderale anche da grandi. Alcuni studi hanno evidenziato che il rischio di obesità da adulti è da 2 a 11 volte più alto nei bambini obesi rispetto ai coetanei non obesi. Almeno il 10-20% degli obesi adulti ha un “passato” di obesità in età infantile. Una condizione drammaticamente in crescita, quella dei grandi obesi over 18, che la medicina sta cercando di affrontare con diverse tecniche.
LE COMORBIDITÀ
Va ricordato che il sovrappeso può portare a molte comorbidità potenzialmente croniche: diabete di tipo 2, disturbi del ritmo cardiaco, osteoartrite, malattie delle arterie cardiache, dislipidemia (anomalie dei lipidi nel sangue), ipertensione arteriosa, malattie della cistifellea, pancreatite grave, anomalie ginecologiche, ipertensione intracranica, ictus, cataratta, malattie dermatologiche, malattie polmonari, cancro, flebite, gotta, malattie epatiche, Covid. La perdita di peso è quindi essenziale per ridurre il rischio di sviluppare queste patologie. Lo scorso agosto al congresso mondiale dell’Obesità (IFSO) a Napoli è stato presentato il lavoro più grande ad oggi condotto sul pallone intragastrico come metodo di dimagrimento.
IL SOSTEGNO
Questi, infatti, hanno la possibilità di chiedere sostegno al “Coach Iris” su diversi argomenti. Dai piani alimentari alle ricette ai programmi di esercizio fisico, tecniche di gestione dello stress e consigli motivazionali. «È cosa nota che l’obesità sia un problema di salute a tutti gli effetti, ma anche il sovrappeso non è da sottovalutare, soprattutto se il grasso si accumula a livello addominale. Perché il grasso accumulato in questo distretto corporeo – spiega il dottor Andrea Formiga, specializzato in Chirurgia bariatrica – può fare aumentare i rischi correlati all’eccesso di peso rispetto al grasso accumulato in altre parti dell’organismo». Per capire questo basta analizzare alcuni numeri. Più dell’85% dei pazienti che soffrono di diabete di tipo 2 è sovrappeso e perdere dal 5 al 10 per cento del proprio peso può far diminuire sensibilmente il rischio di malattie cardiovascolari. «Coach Iris dovrebbe rappresentare la sicurezza per il paziente. Un sostegno per limitare al massimo i rischi di eventuali comportamenti non corretti – spiega Jeff Feldgoise, Senior Vice President of Digital di Allurion – Oltre a rispondere alle richieste dei pazienti è progettato per assicurarsi che rimangano attivamente coinvolti nel loro programma di perdita di peso, contribuendo a un impegno duraturo e a risultati positivi. Parliamo di una sorta di compagno di fiducia, disponibile per chi ha scelto il programma. Anche solo per avere a portata di mano qualcuno con cui parlare durante il loro percorso di perdita di peso».
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