La Lombardia contro Gimbe: «Sono il 21,1% e non il 51% le dosi destinate al personale non sanitario»

La Lombardia ha "corretto" i dati pubblicati dalla Fondazione Gimbe sull'andamento della campagna vaccinale anti Covid. Una ricostruzione - quella fornita dal...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

La Lombardia ha "corretto" i dati pubblicati dalla Fondazione Gimbe sull'andamento della campagna vaccinale anti Covid. Una ricostruzione - quella fornita dal report - che secondo la Regione guidata da Attilio Fontana non è coerente con l'attività realmente svolta sul territorio. Questa mattina, infatti, la Fondazione Gimbe aveva fatto sapere che il personale non sanitario che lavora negli ospedali avrebbe beneficiato «di quasi un quarto delle dosi finora somministrate con enormi differenze regionali che in alcuni casi superano il 30%, come in Provincia Autonoma di Bolzano 34%, Liguria 39% e Lombardia 51%». Un dato che - a livello regionale - è stato smentito in serata dalla Lombardia: la percentuale è infatti del 21,1%. Infatti in Lombardia «ad oggi oltre 24.000 su 320.000 soggetti hanno completato il ciclo vaccinale con il secondo richiamo», fa sapere in una nota la Regione.

Zona rossa, solo così scendono i contagi: ma se scatta in tempo. Il "giallo" vero amico del Covid

Che poi prosegue sottolineando come sul territorio siano stati somministrati «oltre 256.000 vaccini anti Covid. Di questi, la stragrande maggioranza, più di 172.000 (67,2%) sono stati somministrati ad operatori sanitari di strutture pubbliche, private, Medici di Medicina Generale (Mmg), Pediatri di libera scelta e liberi professionisti, 30.000 (11,7%) a ospiti di strutture sanitarie e sociosanitarie e 54.000 (21,1%) a operatori non sanitari (personale che opera nelle Aziende ospedaliere pubbliche, private, Enti e strutture accreditate o autorizzate nell'ambito del Servizio Sanitario regionale)». Si tratta quindi di dati che includono il personale sanitario della Lombardia «nelle categorie indicate dalla struttura commissariale, per la prima fase della campagna», conclude la nota.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero