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Un'ombra sui dati Covid. «Se tenere aperto o chiudere diventa un obiettivo politico e un presidente» di Regione «pensa che il successo politico si dimostra non chiudendo, ci sono mille modi per non dico truccare ma “aggiustare” i dati e stare sotto soglia. Non ci vuole molto». Lo afferma il virologo Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia dell'università di Padova intervenuto ad Agorà su RaiTre e ribadendo quanto detto oggi in un'intervista alla Stampa. «Posso assicurare che è possibile fare piccole manipolazioni dei dati per essere sotto soglia: basta non ricoverare o mandare a casa persone che magari stanno borderline», aggiunge.
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Crisanti poi spiega: «Senza una strategia di tracciamento si rischia una terza ondata. I contagi non bisogna solo ridurli, ma poi anche tenerli bassi. Se il governo ha un piano a riguardo bene, altrimenti sta solo perdendo tempo». Per strategia di tracciamento il virologo intende «tutta l'organizzazione necessaria per prevenire e controllare la terza ondata, dopo che si è domata la seconda con delle chiusure. Più tamponi, tracciamento dei contatti e test rapidi come screening di comunità, dalle scuole alle aziende. Inoltre, una serie di misure mirate contro gli assembramenti, che sono quelli che riportano il contagio».
Per quanto riguarda le misure attuali «certamente chiudere bar e ristoranti è stato giusto, e trovo sensato lasciarli aperti a pranzo un pò per chi lavora e un po' perché non generano tanto traffico. Il coprifuoco alle 21 mi pare inutile già che è tutto chiuso e sembra solo demagogia». Ha senso invece, «limitare gli orari dei negozi e dei centri commerciali, così come i mezzi pubblici. Anche se mi domando: chi controlla che viaggino pieni al 50%? Il problema è sempre lo stesso: bisogna fare poche regole semplici, severe e che le forze dell'ordine siano in grado di mantenere». Sulla prudenza del Governo rispetto ad una chiusura generalizzata «dipende da qual è il vero obiettivo dell'esecutivo. Potrebbe essere quello di arrivare entro pochi giorni a un lockdown per poi rimuovere le misure per Natale oppure di guadagnare tempo, rallentare il contagio, riorganizzare il sistema di tracciamento, fare il lockdown a gennaio e poi ripartire con un sistema rodato», ma secondo Crisanti, il lockdown ci sarebbe in entrambi i casi.
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Il Messaggero