Ogni anno in Italia nascono circa 2000 bambini con gravi problemi di udito. Molti di questi, quando approdano alle elementari, fanno fatica a imparare a leggere e a scrivere in...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE Huawei, investirà un miliardo di dollari per la comunità degli sviluppatori
L’app, sviluppata da Huawei in collaborazione lo studio di animazione Aardman, è gratuita ed è compatibile sia con iOS che con i dispositivi Android. Il lancio è partito proprio da questo istituto romano, all’incrocio tra via Nomentana e viale Regina Margherita, eccellenza del territorio: si tratta infatti dell'unica scuola statale specializzata per sordi e prevede un approccio di “inclusione alla rovescia” dove sono i bambini udenti ad inserirsi nel mondo di quelli non udenti. Fin dalle elementari, qui, i circa 150 alunni, di cui 70 sordi, imparano la lingua dei segni e comunicano tranquillamente senza barriere, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Alla scuola sono stati donati anche quattro tablet e ora, con l’introduzione di questa nuova app, il processo di apprendimento sarà ancora più facile.
LEGGI ANCHE Tik Tok, che cos'è e come funziona l'app che fa tremare Facebook e Instagram
«Quando mi hanno parlato di questo progetto, ho pensato “è troppo bello per essere vero” - spiega Isabella Pinto, la preside dell’Istituto -. «In un momento in cui le scuole fano fatica trovare mezzi e risorse per qualsiasi cosa, quasi non ci credevo». Testimonial del lancio della app, Rudy Zerbi, volto noto di Amici e Italia’s Got Talent, che ha sorpreso gli alunni dell’istituto presentandosi con la lingua dei segni. «Ancora una volta siamo noi adulti a imparare dai bambini – dice Zerbi -. «Quella che chiamano inclusione, parola complicata ma bellissima, servirebbe non solo tra chi è sordo e chi non lo è ma per tante altre cose che nel nostro paese non vanno bene».
Il Messaggero