La richiesta di filler, secondo dell'American Society of Plastic Surgeons, e' aumentata dal 2000 del 200%. Con questo anche le complicanze, per essersi affidati a medici...
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A Napoli e' nato il primo ambulatorio convenzionato con il servizio sanitario nazionale per diagnosi e cura delle complicanze da filler per il volto. L'iniziativa, promossa dall'azienda ospedaliera universitaria - Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli" di Napoli, e' parte della Uoc di Chirurgia Maxillo-Facciale diretta dal professor Gianpaolo Tartaro, revisore dei conti universitario della Sicmf (Società Italiana di Chirurgia Maxillo-Facciale). L'ambulatorio è gestito dal professor Raffaele Rauso, past President della Fime (società di Medicina estetica accreditata al Ministero della Salute). L'ambulatorio ha aperto i battenti ad ottobre 2018 e riceve pazienti che provengono da tutto il Sud Italia.
«Il nostro obiettivo è diventare un punto di riferimento il Paese - evidenzia Rauso. "Le complicanze meno gravi si manifestano con gonfiori tardivi, bruciori, dolore e prurito, mentre i danni peggiori riguardano i pazienti a cui sono stati iniettati filler permanenti, non riassorbibili, che possono portare a noduli, granulomi e necrosi- aggiunge Rauso- in questi casi l'unica soluzione passa per la sala operatoria. Il silicone liquido, oggi vietato per legge, nonché altre sostanze come metacrilato, gel di poliacrilammide, o sostanze di varia natura non a carattere medico (come olii per il corpo), causano problemi anche a distanza di molti anni: rimuoverli chirurgicamente è possibile, ma pochissimi medici eseguono questo tipo di intervento per le complessità». Per prenotare è possibile chiamare il numero del CUP 800.177780. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero