Emicrania, la corsa e il salto con la corda per battere il dolore

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Di mal di testa non si muore ma è un dolore che può far vivere molto male. Ascolta: Viaggi d'estate, Paese che vai Dieta Mediterranea che trovi. Il test:...

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Di mal di testa non si muore ma è un dolore che può far vivere molto male.

L’emicrania è una malattia neurologica caratterizzata da episodi ricorrenti di cefalea con un’intensità da moderata a grave, dolore tipicamente pulsante accompagnato da nausea, vomito e ipersensibilità a luce, suoni e odori. Colpisce 1 persona su 10 in tutto il mondo e, di questi, il 90% dichiara di non essere in grado, durante le crisi, di lavorare o di svolgere le normali attività quotidiane. Di emicrania non ce n’è un tipo solo. Si va dalla cefalea con aura, preceduta da disturbi neurologici come l’alterazione della vista, a quella a grappolo in grado di provocare uno fra i dolori peggiori che l’uomo posso sperimentare nella vita, paragonabile, per intensità, ai dolori del parto, delle metastasi e delle coliche renali. Nonostante colpisca oltre due milioni di italiani, prevalentemente donne, più del 40% resta privo di diagnosi e di cura. Si tratta, ancora oggi, di una malattia sottovalutata e poco curata. Il dolore dell’emicrania fa “impazzire” chi ne è affetto eppure viene minimizzato dalla società, dai familiari e finanche da alcuni medici. «In Italia il malato affetto da questa patologia non solo soffre e vive una qualità di vita indecente ma viene deriso. Tante storie per un mal di testa? Invece l’emicrania è una malattia altamente invalidante», spiega Francesco Di Sabato, responsabile del Centro per la Diagnosi e Cura delle Cefalee del Policlinico Umberto I di Roma.

LE TERAPIE

«L’emicrania colpisce dal 18 al 24 per cento della popolazione italiana ma è emersa solo negli ultimi anni. Prima chi ne soffriva non ne parlava e si curava da solo – dice Di Sabato - Questa patologia in assenza di un buon percorso terapeutico non solo non viene curata ma può diventare cronica e arrecare seri danni ad altri organi. Soltanto attraverso una accurata anamnesi e una diagnosi si possono raggiungere terapie mirate che vanno dai betabloccanti agli anticorpi monoclonali ad alcune categorie di antiepilettici». Per l’emicrania vestibolare, una problematica del sistema nervoso che causa vertigini ripetute nei pazienti, un aiuto può arrivare da un programma di esercizi di resistenza, come salto con la corda, la corsa o il plank. A rivelarlo uno studio condotto su 385 pazienti da esperti del Cheffe de Service Paramédical, di Strasburgo, e pubblicato sulla Revue Neurologique. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi, uno di controllo cui erano state insegnate tecniche di rilassamento e uno di intervento cui erano insegnati esercizi di resistenza. Tutti i partecipanti hanno ricevuto i rispettivi interventi due volte a settimana per 12 settimane e sono stati controllati rispettivamente a due e a quattro mesi per valutare gli effetti del trattamento. L’esercizio di resistenza è stato più incisivo nell’alleviare i sintomi della emicrania vestibolare rispetto alle tecniche di rilassamento già al monitoraggio eseguito a due mesi dall’intervento e ancora di più a quattro mesi. Se è vero che l’emicrania mette a dura prova chi ne soffre va però chiarito che non si tratta di una malattia psicosomatica. «Le cefalee sono organiche e nulla hanno a che vedere con problemi psicologici. Addirittura colpiscono spesso persone che hanno un atteggiamento analitico nei confronti della vita, molto precise, pignole», spiega Di Sabato. «È chiaro che lo stress può avere un valore nell’ambito dei fattori scatenanti dell’emicrania. Ma parliamo di uno stress ormonale, ambientale, termico, meteorologico e alimentare. Ad esempio alcuni alimenti come il brodo di dado, alcuni vini o bevande gassate possono essere scatenanti». Lo sport aiuta a stare meglio? Per il neurologo del Policlinico Umberto I nella fase acuta della patologia qualunque attività fisica peggiora la crisi e va evitata. Diversamente, nelle fasi intercritiche, quando il paziente è in pieno benessere, lo sport produce un effetto positivo anche grazie alla produzione di endorfine: 40 o 50 minuti al giorno di attività aerobica possono fare bene al mal di testa e non solo. 

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Il Messaggero