Dalla cura a base di limoni a quella che utilizza il bicarbonato di sodio, dai metodi Di Bella e Hamer a quello del digiuno fino alla terapia della gioia. Sono centinaia le false...
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Si chiama www.tumoremaeveroche.it ed è stato presentato al ministero della Salute: l'obiettivo è fornire ai cittadini, che potranno anche porre delle domande agli esperti, informazioni chiare e certificate. Nel 2017, spiega il presidente di Fondazione Aiom Fabrizio Nicolis, «quasi 9 milioni di italiani sono stati vittime di fake news nel campo della salute. E il cancro è l'area della medicina più vulnerabile: 160, ad esempio sono le fake news circolanti sulle cause del cancro, e almeno 85 quelle relative a cosa si nasconderebbe dietro la malattia».
Il fatto, sottolinea, è che la diagnosi di tumore cambia la vita di una persona: l'attrazione per le terapie “non convenzionali” è alimentata dal timore e chi promuove queste teorie sfrutta la ricerca di speranza da parte di malati e familiari. Internet è inoltre lo strumento principale con cui i cialtroni fanno leva sulle aspettative dei pazienti. Contro la disinformazione serve un'alleanza fra clinici, Istituzioni, cittadini e media.
È vero che il veleno di scorpione è efficace contro il cancro? Il forno a microonde causa il tumore? È vero che esiste una cura contro i tumori ma viene occultata dalle case farmaceutiche? Sono solo alcune delle domande già arrivate dai cittadini.
Un'iniziativa importante anche secondo il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli, che si inserisce nel solco del progetto anti-fake news della Federazione “Dottore, ma è vero che…?”. «Dobbiamo offrire ai cittadini - avverte - una linea salda e univoca su questi temi". Infatti, proprio la "corretta informazione è la prima medicina - sottolinea Antonio Federici, della Direzione Generale Prevenzione del ministero -. Il cancro non è incurabile, esistono armi efficaci ed i cittadini devono saperlo». Il nodo resta, però, la disponibilità di informazioni realmente certificate, data l'enorme mole di notizie circolanti e considerando che oggi la prima fonte informativa è Facebook per il 35% degli italiani (48% tra i giovani), Google per il 21% ed i quotidiani solo per il 14%. «I pazienti sono molto più informati che in passato, ma questo non vuol dire “bene informati”. Per questo - conclude Silvia Mari, dell'Associazione IncontraDonna - è importante sapere a quali fonti accreditate rivolgersi e dove cercare le notizie». Il portale, realizzato grazie al contributo non condizionato di Ipsen S.p.A., contiene una sezione generale con informazioni sulle neoplasie, le armi per affrontarle, la prevenzione, la riabilitazione e i diritti dei pazienti. Il sito è poi diviso in sei sezioni e nella sezione “Scrivici” i cittadini possono rivolgere domande agli esperti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero