Covid o male di stagione, dalla febbre al tampone e dai saturimetri al paracetamolo: cosa fare (e non) a casa quando arrivano i sintomi

Febbre, raffreddore o dolori articolari. Può anche essere una male di stagione ma se fosse Covid? Inevitabilmente il pensiero corre al contagio peggiore e ci si precipita...

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Febbre, raffreddore o dolori articolari. Può anche essere una male di stagione ma se fosse Covid? Inevitabilmente il pensiero corre al contagio peggiore e ci si precipita giustamente a fare il tampone. Ma non è tutto così veloce: ci si prenota per il molecolare e poi si aspetta anche due giorni pe l'esito. E nel frattempo? La cura in casa, fai da te, è da escludere categoricamente. Ma si può chiedere al medico di base come comportarsi in attesa di sapere con quale virus si ha veramente a che fare.

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Il parere dei medici

«Bisogna sapere quanto prima se si tratta di Covid oppure no. E' necessario infatti aspettare il meno possibile – assicura Pier Luigi Bartoletti, vice presidente dell'Ordine dei medici di Roma e del Lazio e in prima linea tra tamponi e vaccini antiCovid – con i primi sospetti io faccio venire il paziente in studio e gli faccio il tampone rapido: se positivo, esce da qui con la cura adatta. In ogni caso, al primo sospetto si corre al tampone rapido per poi indagare meglio. Ma se c'è una positività bisogna saperlo subito».

 

 

 

 

Quando il paziente si trova in casa, in attesa, che cosa deve fare? «Deve controllare l'ossigeno con un saturimetro. Il valore medio cambia in base all'età: deve stare sui 99 ma con una persona anziana può anche scendere a 97. Va misurato tre volte al giorno, a riposo e sotto sforzo. Non esistono cure specifiche e uguali per tutti: la regola base è osservare il paziente e valutare caso per caso. In base alla sua storia, ovviamente: se diabetico o se cardiopatico, ad esempio, va tenuto sotto controllo diversamente. Se poi siamo di fronte alla febbre alta si procede con l'eparina, mai con il paracetamolo (la tachipirina ad esempio, ndr). Non servirebbe».

Lo studio

Uno studio dei medici dell’Istituto Mario Negri e dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo va proprio a indicare come muoversi in attesa di sapere se i sintomi rimandano al Covid oppure no. Il medico di base potrebbe infatti intervenire con una cura a domicilio per prevenire la reazione infiammatoria prima delle complicazioni. Alla comparsa della tosse, della febbre, di nausea, vomito, diarrea, mal di gola e il mal di testa si può decidere, con il medico di base, di iniziare a prendere i farmaci che si usano sempre di fronte ai sintomi influenzali o ad altre infezioni delle vie respiratorie: farmaci antinfiammatori, come l’aspirina, fino ad arrivare al cortisone e all'eparina. Il paracetamolo non ha proprietà antinfiammatorie, quindi non può bloccare l’enzima che porta le infiammazioni all’interno del corpo. Nei soggetti più fragili si può utilizzare anche l’Azitromicina e il medico può decidere anche di somministrare ossigeno.

 

 
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Il Messaggero