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Covid, a tenere con il fiato sospeso, in Lombardia, è soprattutto Milano. Lo dice Emanuele Catena, direttore del reparto di terpia intensiva dell'ospedale Sacco di Milano, a Sky Tg24, preoccupato per la repentina impennata dei casi di positività al virus. «Secondo la mia personale opinione Milano rischia. A differenza della prima ondata, in cui la città è stata in un certo senso risparmiata, adesso lo scenario è cambiato, come in altre zone, ad esempio Monza o Varese. Milano è da tenere sotto osservazione».
Poi Catena rivolge lo sguardo all'ospedale in Fiera: «Avere dei letti lì è una fondamentale scialuppa di salvataggio e all'occorrenza vanno utilizzati. A mio avviso, se ci dovessimo confrontare con numeri molto allarmanti, gli ospedali non dovrebbero essere riconvertiti in centri Covid».
Quindi una panoramica sui pazienti: «I ricoveri che abbiamo avuto di recente in terapia intensiva si caratterizzano per una riduzione della fascia d'età. Qui al Sacco abbiamo pazienti tra i 50 e i 60 anni. Complessivamente sono meno gravi rispetto alla prima ondata. Le manifestazioni cliniche sono identiche, ma ad oggi la mortalità è più contenuta».
Bus e metro affollati, il governo: orari sfalsati per le scuole e gli uffici
Nella lotta al coronavirus c'è quella che viene chiamata dagli esperti "falla di sistema": stazioni, bus, metro, treni di pendolari strapieni di passeggeri. Senza il distanziamento obbligatorio. E questo in barba alla prescrizione, ribadita dal nuovo Dpcm , di una capienza non superiore all'80%.
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Il Messaggero