Meno ricoveri e ritardi nelle cure: la mortalità per infarto è triplicata passando dal 4.1% al 13.7% in questo periodo di pandemia. Lo rileva uno studio nazionale...
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Virus, l’epidemia rallenta. Morti a quota 30 mila, l’indice di contagio si avvicina a 0,5
Fase 2, il virologo Palù: «Il Covid non si è indebolito, in autunno può tornare più forte»
«Se questa tendenza dovesse persistere e a rete cardiologica non sarà ripristinata, ora che è passata questa prima fase di emergenza, avremo più morti per infarto che di Covid-19»: è il grido d'allarme della Società Italiana di Cardiologia (SIC), lanciato dal suo presidente, Ciro Indolfi, Ordinario di Cardiologia Università Magna Graecia di Catanzaro, a seguito di uno studio nazionale in 54 ospedali che ha rilevato un forte aumento delle morti per infarto, con valori triplicati. «L'organizzazione degli Ospedali e del 118 in questa fase è stata dedicata quasi esclusivamente al Covid-19 - spiega - e molti reparti cardiologici sono stati utilizzati per i malati infettivi e per timore del contagio i pazienti ritardano l'accesso e arrivano in condizioni sempre più gravi, con complicazioni, che rendono molto meno efficaci le cure salvavita come l'angioplastica primaria. Se questa tendenza dovesse persistere e a rete cardiologica non sarà ripristinata, ora che è passata questa prima fase di emergenza, avremo più morti per infarto che di Covid-19».
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Il Messaggero