Cibi etnici e pigrizia infiammano il lato b ha dolori quando si siede uno su 10

Cibi etnici e pigrizia infiammano il lato b ha dolori quando si siede uno su 10
Per un italiano su 10 è “vietato sedersi”. La causa è un problema ancora considerato tabù ma ben più diffuso di quanto si pensi: le emorroidi. Pigrizia ma anche...

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Per un italiano su 10 è “vietato sedersi”. La causa è un problema ancora considerato tabù ma ben più diffuso di quanto si pensi: le emorroidi. Pigrizia ma anche un'errata alimentazione, complice il recente boom dei cibi etnici piccanti, sono tra i fattori scatenanti secondo gli esperti che si sono riuniti a Rimini per il congresso della Società italiana di chirurgia ambulatoriale e Day surgery (Sicads). Oggi, spiegano gli esperti, il problema può essere affrontato con successo anche grazie alle innovative tecniche chirurgiche.

Cibi speziati, tipici degli happy hour e delle cucine etniche oggi di moda, un'elevata dose di alcolici e caffè, lo stress e la vita sedentaria sono i fattori di rischio dell'insorgenza o della riacutizzazione del disturbo, che colpisce circa un italiano su dieci. Italiani “disattenti” che non mettono in pratica semplici regole di vita che, avvertono i chirurghi, potrebbero invece aiutare, a partire dagli stili di vita più salutari.

Dolori, qualità di vita compromessa e costi sociali elevatissimi, affermano gli specialisti a congresso, «richiedono interventi urgenti per situazioni che potrebbero invece essere evitate con una semplice prevenzione: non solo dietetica e con la correzione delle abitudini quotidiane, ma soprattutto terapeutica» spiega Giampiero Campanelli, direttore dell'unità di Chirurgia generale e Day surgery all'Istituto clinico Sant'Ambrogio di Milano e past president della Sicads.

Si può cominciare a tavola con una dieta moderata che non preveda un consumo eccessivo di alimenti a rischio come spezie e condimenti piccanti, ma anche grassi, fritture, caffè e bevande alcoliche ad alta gradazione. Vanno, invece, privilegiati cibi conteneti fibre vegetali come verdura, cereali integrali, frutta e legumi accompagnando il pasto e l'arco della giornata con almeno due litri di acqua. La prevenzione si conclude facendo attività fisica.


«Sono 50mila - afferma Campanelli - gli inteventi chirurgici per questa patologia. Anche tratatmenti innovativi in regime di day hospital. Oggi la chirurgia è disegnata su misura in base al problema e alle caratteristiche anatomiche del paziente. Ci sono situazioni risolvibili con il laser piuttosto che con la radiofrequenza, asportazioni oppure acsi più avanzati interventi con suturazione meccanica». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero