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Tra i malati di tumore alla prostata che scelgono una dieta ricca di vegetali si registra un rischio di progressione di malattia inferiore del 52%, e un rischio di recidiva inferiore del 53%, rispetto ai malati con una dieta povera di vegetali.
Sono i risultati di uno studio presentato al Genitourinary Cancers Symposium (ASCO GU) di San Francisco. Decenni di ricerche hanno già appurato che alimenti come i pomodori sembrano ridurre l’incidenza e la mortalità del carcinoma prostatico. È meno nota la relazione tra modelli alimentari a base vegetale e la sopravvivenza al cancro della prostata. Motivo per cui nel 2004 è stato avviato il sotto-studio CaPSURE Diet and Lifestyle (CDL), i cui partecipanti hanno compilato un questionario sulle loro abitudini alimentari e sul loro stile di vita. Tutti i partecipanti allo studio avevano un tumore alla prostata di grado intermedio-precoce. I partecipanti hanno compilato questionari riguardo alla quantità e alla frequenza nel consumo di circa 140 alimenti e bevande. Dei 2.038 coinvolti nello studio, in 204 (10%) la malattia è progredita nel corso di una media di 7,4 anni di osservazione. I partecipanti che avevano riportato diete ricche di vegetali presentavano un rischio di progressione della malattia inferiore del 52% e un rischio di recidiva inferiore del 53% rispetto a quelli le cui diete includevano minori quantità di vegetali. «Sappiamo che le diete che includono verdura, frutta, legumi e cereali integrali sono associate a numerosi benefici per la salute – Vivian Liu, coordinatrice della ricerca clinica dell’Osher Center for Integrative Health dell’Università della California San Francisco e autore principale dello studio – Tra questi, una riduzione del diabete, delle malattie cardiovascolari e della mortalità generale. Ora possiamo aggiungere all’elenco anche i benefici nella riduzione della progressione del cancro alla prostata».
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Il Messaggero