E siamo a 88. Martedì scorso il Salone internazionale dell’automobile di Ginevra ha aperto i battenti alla stampa ed agli operatori del settore. Schermi scintillanti,...
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Girando per gli stand, ammirando ed immaginandomi via via alla guida di un’automobile diversa, ripetevo tra me e me le caratteristiche dei vari propulsori; se opto per un’auto con motore a benzina la manutenzione non sarà costosa, difficilmente troverò divieti di ingresso nei centri storici, unica pecca una efficienza inferiore rispetto al diesel. Se scegliessi, invece, l’elettrico puro, guiderò nel regno del silenzio, proverò quella sensazione celestiale di contare sulla coppia massima sin dall’avviamento ma di contro dovrò sostenere un costo di acquisto ancora elevato ed una autonomia tra i 200 e 350 km con tutti i problemi di ricarica. Forse, allora, meglio il motore ibrido vale a dire termico ed elettrico oppure ibrido plug-in. Senza dimenticarsi dell’offerta di auto a gpl o metano che negli ultimi anni hanno avuto un gran successo.
Mammamia quanto è difficile scegliere! Un vero mal di testa e allora meglio tornare a sognare senza spendere. Di belle e bellissime tante, supercar da 450 cavalli in sù che sembrava si mettessero in posa contente di ricevere gli innumerevoli scatti dei visitatori. Ferrari, Porsche, Audi, Mercedes contrapposte a proposte altrettanto potenti di case automobilistiche con gli occhi a mandorla, peraltro nemmeno brutte. Di fuori strada pochi, molte proposte di pick up anche da marche blasonate come Mercedes, tipologia di autocarro ancora poco diffuso in Italia ma che ultimamente sta conquistando giovani e meno giovani; risponde ad una voglia di libertà dandoti la sensazione di fare l’americano… anche se poi ti svegli incastrato in uno stretto vicolo medievale del circondario perugino. Le più belle e affascinanti però, confesso, mi sono sembrate le solite, le intramontabili da decenni: gli unici due dinosauri del fuoristrada (Mercedes Classe G e Jeep Wrangler Rubicon) e la pistagliola per eccellenza sia pure con il motore posteriore a sbalzo (Porsche Gt3 RS). Del resto, non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace e a volte sono proprio i difetti a rendere indimenticabili i primi amori. Così è per tutti e lo è stato anche per me. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero