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C’è da non crederci: il capo di un sindacato dei vigili urbani di Roma gioca con le bandiere e le svastiche naziste su Whatsapp e promette impunità e complimenti vivissimi ai trasgressori delle direttive del governo anti-Covid. «Green pass obbligatorio, lotta perché non accada», è l’invito di Marco Milani (Sulpl) mentre teorizza, da esperto virologo specializzato in “invettivologia”: il vaccino non serve a un bel niente e i cittadini che se ne infischiano del certificato vaccinale e del suo utilizzo non devono temere sanzioni. Non verranno applicate. Zero multe e trallallà. E’ vero e sacrosanto che da noi c’è la libertà di pensiero e di parola ma qui siamo entrati nel recinto dei comportamenti inammissibili, provocatori, da reprimere. Chi è chiamato a esercitare un ruolo di controllo, vigilanza con poteri sanzionatori non ha il potere di decidere, in proprio, se applicarli o di far finta di niente. E’ un bene che dal vertice del Campidoglio, e direttamente dalla sindaca Raggi, lasciando perdere le presunte convenienze elettorali collegate al buonismo d’accatto, è arrivata su tutti, con urgenza, la voce per una severa applicazione delle decisioni del governo. Il corpo dei vigili urbani di Roma è allineato con le direttive del premier Draghi e del ministero della Salute. «Green pass, niente multe»: questo slogan non deve passare. Guai se qualcuno ci potesse contare. Comunque, si può sempre richiamare chi lo sbandiera.
graldi@hotmail.com
Il Messaggero