Le partite di Champions League e Europa League, insieme allo spettacolo sportivo portano con sé, in un impeto incontrollabile, quasi fisiologico, anche zuffe, risse,...
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Al rione Monti, prima di Lazio-Siviglia si sono scontrate tifoserie ma anche fazioni di colore politico opposto: botte a più non posso, agguati organizzati, una lunga scia di bottiglie usate come randelli, feriti, indagini. La sindaca Raggi è inorridita e ha chiesto al ministro Salvini, tutore massimo dell’ordine pubblico, di applicare il Daspo anche fuori dagli stadi e anche agli stranieri: vedremo. Quel che serve, con deliberata fermezza affermare, è che la sequenza di scempi e violenze legate al calcio non ha fine, appare agli occhi dei cittadini scandalizzati e impauriti, come un fenomeno non arginabile, fuori controllo, effetto collaterale da sopportare come inevitabile. La sequenza di questi fatti, non ultime le scorribande che paralizzano il traffico, deve ricevere una risposta severissima delle istituzioni: Viminale, prefettura, questura, Comune, club. Un calcio di rigore, per una volta, va tirato in faccia alla violenza. Ordine pubblico-hooligans: 6 a zero. E niente gara di ritorno.
paolo.graldi@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero