Annunciata ufficialmente, solennemente, perentoriamente la rivoluzione dei sampietrini. Se l'è intestata con audace sprezzo del pericolo la sindaca Raggi: i picconi...
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Roma, via al piano sampietrini: spariscono dalle strade trafficate, arrivano in 113 zone del centro
Togli qua e metti là. Via le pietre secolari e arriva l'asfalto, via l'asfalto e ricompaiono i sampietrini. Principio anche giusto, per carità: quante volte si è detto che il sampietrini non vanno bene nelle vie molto trafficate, dove circolano anche i pesanti bus dell'Atac? C'è un'eccezione: piazza Venezia, cuore nel cuore della metropoli resterà com'è, scivolosa, perigliosa per auto e moto in caso di pioggia.
Troppi disagi a causa dei lavori. L'idea di rimodulare la distribuzione delle preziose pietre di porfido, arma di distruzione delle masse versus la polizia negli anni settanta-ottanta è venuta a quasi tutti i primi cittadini, da Veltroni passando per Alemanno, quindi a Marino per approdare nell'immaginario della Raggi. Come per ogni altra storia romana s'affacciano interrogativi di tutto rispetto: con quali soldi la danza dei sampietrini? In quali tempi reali? Con quali disagi per i cittadini causa lavori senza fine? E poi: la manutenzione sarà assicurata? Capiremo dai fatti. Per adesso una sola certezza: le signore col tacco dodici verranno imprigionate in via Condotti o al Colosseo e non più in via Nazionale. Una autentica rivoluzione calzaturiera. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero