Una Capitale magnifica che diventa «carta sporca»

Una Capitale magnifica che diventa «carta sporca»
Quasi senza accorgersene, distrattamente, la città scivola nell’indifferenza generale verso le trasgressioni di strada. La somma di questi comportamenti, solo...

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Quasi senza accorgersene, distrattamente, la città scivola nell’indifferenza generale verso le trasgressioni di strada. La somma di questi comportamenti, solo apparentemente veniali, crea un quadro di degrado urbano e civile insopportabili. “Napule è na’ carta sporca/ e nissuno se ne importa”, cantava l’indimenticabile Pino Daniele: bene, Roma soffre della stessa patologia. Mal ripulite le strade rigurgitano di cartacce, portato anche di un turismo sfrontato, irriverente, usa e getta. Lascia il segno, in questa dolorosa diagnosi, la sosta selvaggia, auto in seconda, terza fila, a tappare i passi carrai, lasciate quasi dove capita in risposta ad una carenza che è un male atavico, inguaribile chiamato traffico. Lo sciamare dei monopattini e delle biciclette a pedalata assistita si trasforma in un caotico abbandono ovunque, altra interpretazione di quell’usa e getta che sembra circolare come un virus e relativa pandemia. È l’assalto prodotto da una cattiva applicazione delle regole che pure esistono sull’utilizzo di queste formiche viaggianti. Lo stesso vale per i posto-auto riservati agli invalidi, considerati facili e accoglienti rifugi per i non abilitati, in assenza di altri spazi liberi. Le foglie secche degli alberi dell’inverno che se ne va assicurano un tappeto viscido e, in caso di pioggia, da affrontare pericolosamente. La magnifica Roma, così, rischia davvero di trasformarsi in una carta sporca. E nessuno se ne importa.

graldi@hotmail.com

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Il Messaggero