È scoppiata la guerra dei cerchi gialli. Una guerra santa. La combattono volonterosi cittadini, indignati per l'ignavia di una amministrazione comunale accusata di...
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Un tempo il cerchio di gesso tracciava il perimetro del cadavere freddato: mafia o malavita. Oggi le vittime indossano casco e giubbotto, i proiettili sono le nicchie dell'incuria che monta al pari della rabbia. Una madre, Graziella Viviano, ha scritto alla figlia Elena (25 anni, 6 maggio, via Ostiense) che non c'è più. «Siamo condannati a muoverci su queste strade e dobbiamo auto-difenderci: con tre euro di bomboletta spray mia figlia sarebbe ancora viva», nota mamma Graziella lanciando l'appello alle coscienze di noi tutti, liquidando e senza disprezzo la genialata di Beppe Grillo, ripreso in un filmino dove dichiara, da Elevato M5S, che a Roma buche non ce ne sono. Elena, da lassù, deve fare il miracolo: «Amore, noi non dobbiamo permettere che muoiano altre persone, aiutami tu. Se solo i nostri amministratori volessero ascoltare». Chissà se quel testo è mai arrivato sul tavolo della sindaca. I cerchi gialli, intanto, urlano per le strade della Capitale.
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Il Messaggero