Tutti in casa? Insomma, mica tutti. I volumi di traffico, nel week end, complice il tepore primaverile, segnalano spostamenti verso l’alto. Superata la prova di Pasqua e...
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La segregazione semi-volontaria mette a dura prova le tentazioni di chi pensa che un giretto, una passeggiata, un passaggio in più al supermercato o in farmacia, e per i più audaci e temerari un salto alla seconda casa, non rechino rischi gravi di contagio con quella bestia invisibile, impalpabile, tremenda, chiamata Covid-19. Quel due per cento di trasgressori che hanno sfidato i posti di controllo parrebbe ingrossarsi. Un certo friccicore da libera uscita lievita, sembra prendere coraggio.
Un termometro empirico indica questa febbricola in risalita: ai semafori riappaiono, via via più numerosi, specie in certi quartieri periferici, gli “angeli dei semafori”, i vu cumprà mordi e fuggi, i giocolieri dell’attimo tra il rosso e il verde. Rispuntano dai loro rifugi, annusano segni di ripresa. Ecco, fino alla noia, serve ripetere come un mantra la raccomandazione a non mollare: restare a casa. Il virus temibile affronta la nostra pazienza. Non si può perderla. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero