Roma città aperta. Il centro del mondo. Il posto dove tutti hanno un amico, un cugino, un’ex fidanzata, un compagno di studi, un collega di lavoro o di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
E allora bisogna mettersi nella testa dei candidati alle Europee che, magari anche solo per riempire le liste sapendo di non farcela, si sono messi in gioco. E hanno chiamato i loro contatti, vicini e lontani nell’Urbe, per chiedere loro: «Mi raccomando, ci conto, eh. Non mi tradire».
Invece domenica qualcosa deve essere andato storto. Storie minime. Patrizia Fedora Rizzo di Forza Nuova si è guardata a destra, più che a sinistra, e alla fine si è trovata nella Capitale solo una preferenza (1). O vogliamo parlare del buon Uliano Salvatori dei Popolari per l’Italia? Due votarelli, niente di più, che infamia. Un discorso simile per quelli di Casapound, Giuseppe Lavalle e Nunziata Provitina. Entrambi fermi a quota 1. Alla fine è stata più fortunata Ilaria Giurlani che a Roma, nonostante tutto, è riuscita a mettere in cascina ben 11 voti. Nel suo caso ha funzionato il brand con il quale si è presentata: il Popolo della Famiglia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero