È stata appesa per il collo. Lasciata penzolare da un cassonetto dei rifiuti sulla pubblica via. Macabro trofeo da esibire nelle ore che precedono il Natale. Questa la...
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Tra le ipotesi avanzate dai cittadini accorsi sul posto, quello di un ipotetico investimento da parte di un autoveicolo. Evenienza, tuttavia, scartata, almeno per il momento. E poi, fosse stata vittima della strada, perché impiccarla? Qualcuno in vena barbare follie, potrebbe aver catturato o ucciso la volpe per, poi, successivamente esporla alla cittadinanza? Possibile. D'altronde, quello di Civitavecchia, è solo l'ultimo di una serie di casi simili accaduti in giro per il Paese.
Nell'ottobre scorso, infatti, un'altra volpe era stata rinvenuta impiccata nel bosco antistante il Santuario di San Francesco di Paola, in Calabria e, ancora prima di allora, era accaduto a Filottrano, nelle Marche. Lì, l'animale era stato appeso lungo la strada. Quasi che fosse un monito di non si sa cosa, quello delle impiccagioni ai danni di lupi, volpi e cani, sembra essere divenuto una specie di macabro rituale da compiere ai danni di animali innocenti. Un rito barbaro operato da personaggi senza scrupoli né umanità. Gente che agisce in preda alla follia omicida e che, grazie (e purtroppo) alle proprie malefatte, ha fatto tornare alla ribalta quanto sia inadeguata e ritenuta troppo debole, la legislazione italiana in merito.
La richiesta di inasprimento della pena contro chi si macchia di tali delitti è stato, infatti, il commento più ascoltato anche a Civitavecchia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero