C'era un sistema consolidato, e diffuso, nel Palazzone di Via Ostiense per cancellare le multe ai privilegiati. E lo scandalo ora rischia di travolgere l'intero...
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LE CONTRAVVENZIONI
Il primo scossone nel Dipartimento era arrivato con gli arresti di Vitali e Diamanti. I pm Laura Condemi e Ilaria Calò, che avevano chiesto anche la misura cautelare, respinta dal gip, per Riccardi, hanno continuato a indagare e, scavando (l'indagine è stata delegata ai carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci, diretti dal colonnello Lorenzo Sabatino) hanno trovato altre anomalie. Chi ha pagato o peggio ha corrotto dipendenti e vigili per vedersi strappare le multe ora rischia di finire indagato con l'accusa di corruzione. Quindi il numero degli indagati potrebbe crescere ulteriormente.
Gli investigatori infatti sospettano che in decine di casi dietro all'apparente favore di strappare le multe, ci sia stato uno scambio di utilità e forse di soldi. Intanto è emerso che per cancellare una grossa fetta di contravvenzioni Riccardi e i suoi due colleghi avrebbero utilizzato copie di documenti intestati a persone invalide, del tutto ignare di quanto accadeva. Infine, vigili e dipendenti avrebbero organizzato anche «alcune operazioni illecite - come si legge in una informativa dei Carabinieri - finalizzate a propiziare l'annullamento di verbali per infrazioni al codice della strada mediante la presentazione di ricorsi che giustificano falsamente l'infrazione commessa con il trasporto di invalidi a bordo del mezzo sanzionato». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero