Una nuova accusa cambia lo scenario dell'inchiesta: fu uno sciopero illegale quello dei vigili urbani a Capodanno. L'assenza di 571 agenti per malattia (a cui vanno...
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LO SCENARIO
L'accusa di «sciopero bianco», e quindi illegale, è destinata ad allargare anche le maglie dei procedimenti disciplinari. Finora sono entrati nell'inchiesta solo 28 agenti, tra coloro che non hanno risposto alla reperibilità e quelli che non hanno portato il certificato medico per l'assenza del 31 dicembre. Una bazzecola, in confronto ai numeri dell'ammutinamento. Ecco perché il comando e il Campidoglio si stanno muovendo anche «con altri strumenti d'indagine» per arrivare alla regìa. O meglio: dimostrare incrociando dati, certificati e presenze che l'ultimo dell'anno vi fu una protesta organizzata. Una mano arriverà dall'Autorità per gli scioperi e un'altra dalla Procura. Clemente - non intende mollare di un millimetro. Questa nuova accusa potrebbe avere un significato più politico che sanzionatorio. E oggi pomeriggio è molto probabile che vengano illustrate le prime risultanze dell'inchiesta interna. Dati e circostanze alla mano, sapendo che in generale le pubbliche amministrazioni finora hanno avuto le armi spuntate contro l'assenteismo. Dunque si apre un nuovo scenario. Il Comune vuole uscire dall'angolo per non far la parte di chi, dopo aver denunciato a gran voce uno scandalo, poi si ritrova con un pugno di mosche, e pochi procedimenti aperti, in mano. Sempre questa mattina, dal segretario generale del Campidoglio partirà la relazione, dopo tre lettere con richieste di chiarimenti, al ministero della Pubblica amministrazione. Nel dossier indirizzato a Marianna Madia c'è un'ammissione: il Comune sapeva già da giorni che a Capodanno la situazione sarebbe stata complicata per via di una grande mole di certificati medici e permessi che stavano arrivando, ma controlli e verifiche visto il giorno di festa fu impossibile effettuarli. Ecco perché l'inchiesta è a un bivio: si riesce provare lo sciopero illegale o è destinata a naufragare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero