Chissà quando viaggeremo senza le app e il QR code

Chissà quando viaggeremo senza le app e il QR code
La pandemia sarà davvero finita quando per viaggiare non dovremo trascorrere ore a compilare moduli, scaricare qr-code, scervellarsi per comprendere perché la app di...

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La pandemia sarà davvero finita quando per viaggiare non dovremo trascorrere ore a compilare moduli, scaricare qr-code, scervellarsi per comprendere perché la app di quello Stato non ci fa completare la registrazione o perché per rientrare in Italia ci chiedono il pdf del dplf (stampato). Premessa: i moduli servono al tracciamento, dunque nulla da eccepire. Però mettiamoci nei panni del viaggiatore meno scafato che magari va per un fine settimana a Siviglia. Deve nell'ordine: fare il check-in on line ed è il primo round, con Ryanair che ti chiede di allegare alla carta di imbarco, in forma digitale, anche la documentazione Covid (ma è opzionale); ricordarsi di portare il Green pass, meglio se sia elettronico sia stampato per ovviare alle bizze dello smartphone; scaricare la app spagnola Spth (Spain travel health) e compilare il modulo Covid, senza prendere la cosa sotto gamba perché capita che le compagnie non ti lascino imbarcare se non ce l'hai e all'arrivo nell'aeroporto spagnolo in genere te lo chiedono (anche in questo caso QR code o stampato). Al ritorno c'è da compilare il modulo chiesto dall'Italia, il dplf (Digital passenger locator form). E alcuni passaggi sono oggettivamente cervellotici. Per fortuna, per chi ha il green pass rafforzato, per lo meno dal primo febbraio è cessato l'obbligo del tampone.

 

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Il Messaggero