Umberto I, l'allarme del direttore generale «Pronto soccorso al collasso e fondi bloccati»

Umberto I, l'allarme del direttore generale «Pronto soccorso al collasso e fondi bloccati»
Oltre 200 pazienti al giorno, di cui almeno 11 in codice rosso. E’ un vero esercito in cerca di cure e assistenza quello che assale il Pronto soccorso del Policlinico Umberto I. Ogni anno oltre...

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Oltre 200 pazienti al giorno, di cui almeno 11 in codice rosso. E’ un vero esercito in cerca di cure e assistenza quello che assale il Pronto soccorso del Policlinico Umberto I. Ogni anno oltre 137 mila persone, un vero record tra i nosocomi italiani. Del resto è considerato, per professionalità e competenze, un punto di riferimento per tutto il Centro-sud. Un hub in grado di affrontare ogni tipo di emergenza sanitaria. Peccato però che la struttura, nonostante gli sforzi di medici e infermieri, sia alla completa saturazione. Un collasso fin troppo annunciato. Dovuto in larga parte al taglio costante dei finanziamenti, al blocco del turn over e alle carenze di organico. Vincoli oggettivi che non hanno però frenato il flusso delle emergenze visto l’enorme bacino di utenza (un milione e mezzo di romani, più tutti i pazienti che provengono dal Centro-sud). Flussi che aumentano in una progressione impressionante.




LE CIFRE

I numeri del resto parlano da soli: il Dea centrale, ovvero il pronto soccorso base (escluso il pediatrico, l’ematologico, l’oculistico e l’ostetrico, che registrano mediamente ulteriori 250 presenze giornaliere), ha risposto negli ultimi 12 mesi alle richieste di circa 3.900 codici rossi e di 22.926 codici gialli, oltre a 45.199 codici di minore gravità.

«Una situazione - spiega il direttore generale Domenico Alessio - che sta diventando insostenibile nonostante lo spirito di servizio di medici e infermieri e la riorganizzazione avviata». E già perché anche se sono stati raddoppiati gli spazi assegnati al pronto soccorso centrale (più dotazioni tecnologiche, più letti, una nuova suddivisione tra i codici d’emergenza) l’affollamento continua a crescere. «Nell’ultimo anno - aggiunge Alessio - malgrado l’aumento dei pazienti, la percentuale di quelli ricoverati (20.313 casi) si è ridotta al di sotto del 15%: un risultato che sottolinea non solo l’efficienza del pronto soccorso ma il fatto che tanti casi vengono risolti direttamente nel Dipartimento di emergenza».



L’APPELLO

L’affollamento è dovuto sostanzialmente al fatto che il Policlinico riceve e accoglie casi che potrebbero essere «risolti» anche in altri ospedali e nelle strutture territoriali ma che, per cattiva organizzazione, finiscono poi col gravare su una sola struttura. «Ora - continua Alessio - abbiamo l’esigenza di procedere senza indugi alla ristrutturazione degli spazi del Pronto soccorso che nel progetto preliminare di ristrutturazione e della messa in sicurezza rivestono carattere di assoluta priorità. E costituiscono, insieme all’attiguo nuovo blocco operatorio centrale, il cuore funzionale di tutto quello che sarà il nuovo ospedale. Serve quindi una svolta vera e immediata». Svolta che si può effettivamente concretizzare con lo sblocco, per Alessio «auspicabilmente vicino», di una prima trance dei fondi finanziati con la legge 448/98, per almeno 50 milioni in attesa del via libera all’intero finanziamento Regione/Stato di 174 milioni per affrontare la prima fase della ristrutturazione dell’intero complesso.


Sul punto Alessio è fiducioso: «Il presidente Zingaretti ha ribadito l’impegno per risolvere le problematiche strutturali del Policlinico ormai non più rinviabili». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero