L’aeroporto come la mamma: ti misura la febbre tre volte

L’aeroporto come la mamma: ti misura la febbre tre volte
All’aeroporto di Fiumicino sono più premurosi di una mamma, ti misurano la febbre tre volte: quando entri nel terminal; quando vieni inquadrato da un operatore che...

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All’aeroporto di Fiumicino sono più premurosi di una mamma, ti misurano la febbre tre volte: quando entri nel terminal; quando vieni inquadrato da un operatore che indossa un casco fantascientifico con il quale rileva la temperatura a campione; ma anche al gate, quando ti imbarchi, c’è una telecamera che rilancia la tua immagine su un piccolo schermo: questa apparecchiatura non solo comunica la tua temperature, ma rileva anche se hai la mascherina indossata male e, se necessario, ti invita a sistemarla.


Rispetto alla malinconia dei giorni del lockdown, quando il terminal era sul serio un “non luogo”, con pochi e spaventati passeggeri che viaggiavano solo per motivi particolari, oggi tutto sommato tra i banchi del check-in, i metal detector, le divise colorate degli equipaggi che si muovono in gruppo, i duty free riaperti che spaziano dagli smartphone al formaggio tipico laziale, i ristoranti e i bar in cui dietro la mascherina s’intravede il sorriso del cameriere, la vivace organizzata confusione del mondo di prima si sta riaffacciando. Si arriva a 20-30mila passeggeri al giorno, nel 2019 erano circa 100mila di più. Ma ciò che conta è rivedere trolley che sfrecciano, tabelloni con l’elenco delle partenze più ricchi. Anzi, ripartenze. Con la mascherina.
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Il Messaggero