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TREVIGNANO ROMANO Sarà il cinguettio degli uccelli sui platani ingialliti dall'autunno. Sarà lo starnazzare delle anatre sotto il muricciolo che costeggia l'acqua. Ma a fare due passi per Trevignano Romano, incantevole borgo di 5mila abitanti sul lago di Bracciano, si fa fatica a pensare a un luogo dove possa essere più facile sentirsi in pace col mondo. «Trevignano è la patria dei pensionati», sorride la 78enne Ada, che si è trasferita da queste parti dalla Capitale qualche anno fa. Eppure è qui, nel paesino dove l'unica edicola all'ora di pranzo è già chiusa, e i ristoranti lasciano sedie e divanetti all'aperto («tanto, chi se li ruba?»), che, a quanto pare, lo stress è diventato un problema. Tanto da indurre l'amministrazione a dar vita a un progetto «pionieristico»: corsi di meditazione per i dipendenti comunali. Per assicurare agli addetti degli uffici locali una «migliore gestione dello stress», spiegano dal Comune, ma anche una «maggiore capacità di concentrazione» e «focalizzazione mentale», oltre a una «facilitazione nell'equilibrio vita-lavoro». Con l'obiettivo di favorire «un coordinamento efficace tra i vari settori» dell'amministrazione e una «maggiore empatia verso i cittadini».
LE SEDUTE
La prima delle quattro lezioni per gli impiegati che hanno aderito (15 su una trentina) è andata in scena una settimana fa, col metodo «Omm - The One minute meditation», ideato da Patrizio Paoletti, che l'ha già portato con successo in diverse aziende e ci ha scritto su un libro.
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LO SCETTICISMO
Per la verità il corso, spiega il vicesindaco Luca Galloni, promotore dell'iniziativa, punta «anche e soprattutto ad assicurare un servizio migliore ai cittadini. E accendere i riflettori sul tema del benessere mentale». L'idea, insomma, è quella di diffondere una buona pratica. Anche tra gli altri Comuni, «che già ci hanno contattato per saperne di più», prosegue il vicesindaco. E i dipendenti, come l'hanno presa? «Sulle prime qualcuno era scettico, soprattutto i più anziani. Poi si sono ricreduti». Lo conferma Bianca Maria Alberi, responsabile amministrativa ed entusiasta "meditatrice" dell'ultim'ora. «Negli enti pubblici è tutto un ribollire di malcontenti, di lamentele», confessa. «Chi prende un appuntamento con noi, spesso arriva qui già arrabbiato. Il rischio è quello che ci innervosiamo anche noi. I formatori ci hanno messo di fronte a una domanda: è utile, prendersela? La risposta, ovviamente, è no». Insomma, si aspetta il responso dell'esperimento. Magari canticchiando, come facevano i Velvet nel 2001, «soffro lo stress». Chissà se la band romana era mai capitata a Trevignano.Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero