Incontri sotto casa dei funzionari, o al ristorante, per avere in anteprima e illegalmente le liste di turnazione del commercio ambulante di Roma. Progetti per spartirsi le zone...
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Camion bar da spostare a Roma, linea soft della giunta: «Via ma solo nel 2020»
TRE LIVELLI
Un sistema su tre livelli. Al primo, c'erano Bellucci e Magozzi, in grado di controllare le assegnazioni dal Comune. Poi, c'erano i referenti delle associazioni di categoria, come Vittorio Baglioni, presidente Fivag, con Dino e Mario Tredicine. Indagato anche Maurizio Di Veroli, presidente dell'associazione Rotazione B. Sono tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata al falso e all'induzione indebita a dare e promettere utilità. Altri sei ambulanti sono anche indagati per estorsione. Per gli inquirenti, rappresentano il terzo livello della cricca: si occupavano del recupero crediti, ricorrendo anche alle minacce. Le postazioni venivano pagate secondo un vero e proprio tariffario, fino a 60mila euro annui. A incastrare la cricca, le intercettazioni. «Noi c'avemo amici al dipartimento, non te preoccupà, a noi ce timbrano», dice un ambulante indagato.
Le conversazioni emergono dalle motivazioni con cui il Riesame ha annullato il sequestro delle somme in contanti trovate a casa di Gian Luca Todde e Mamun Kazi, considerato il «cassiere del gruppo». Entrambi sono accusati di estorsione, ma per i giudici non c'è la prova che i soldi custoditi in casa siano il provento di attività illecite. I due si legge facevano parte dell'associazione a delinquere e «avevano il compito di esigere dai commercianti somme di denaro», secondo un tariffario e «con la minaccia larvata che se non si soggiaceva al sistema non si ottenevano postazioni redditizie». A indirizzarli erano i sindacalisti, compresi i Tredicine, «che usufruivano di una posizione dominante nella spartizione della turnazione». Il tutto con «la compiacenza dei funzionari».
IL DIPARTIMENTO
A gestire turnazioni e licenze, l'VIII Dipartimento del Campidoglio, diretto da Bellucci. Il Riesame sottolinea che il funzionario «in modo abusivo spadroneggiava nello svolgimento dei compiti affidatigli». Tanto che, intercettato, esclama: «Sulle rotazioni comando io e decido io». Era Magozzi, definito dai giudici la «longa manus di Bellucci», a consegnare «sotto la propria abitazione i turni di lavoro ai sindacalisti». Dalle indagini è emerso anche che «i funzionari predisponevano le correzioni sulle turnazioni secondo i diktat dei rappresentanti di categoria». E spesso evitavano di infliggere sanzioni e omettevano i controlli. Le intercettazioni documentano anche i rapporti tra i funzionari e Dino Tredicine. Il 16 luglio 2018, per esempio, Tredicine incassa da Bellucci la promessa di «non bloccare i turni di rotazione nonostante le irregolarità riscontrate».
LE ESTORSIONI
Sono sempre le conversazioni captate a tratteggiare i contorni delle estorsioni e delle minacce. Gli ambulanti indagati «si accordano in modo frenetico per decidere a quale prezzo cedere le piazzole» e per spartirsi le zone d'influenza, scrive il Riesame. Kazi, il 20 aprile, commenta con un altro indagato: «Prendi i soldi per me e per te». Il 23 aprile pianifica la ripartizione delle soste in via Tuscolana. Mentre il giorno dopo lui e il socio pensano di «bloccare gli affitti». Non vogliono concedere nessuna piazzola a un ambulante «perché se non sta male è inutile». Un modo, secondo i giudici, «per fare capire alla vittima che se non sottostà ai loro diktat non ottiene nulla». Si discute anche dei prezzi: «Marconi deve girare 80 minimo, devi alzare tutti i prezzi», dice un ambulante indagato. L'interlocutore risponde: «Io ai nostri ho segnato 90, noi le soste le vendemo alte». E se i patti non vengono rispettati? «Tocca comincià a bastonà sta gente».
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Il Messaggero