Roma, topi in Comune: «Niente fondi per la bonifica», nuovi avvistamenti

Roma, topi in Comune: «Niente fondi per la bonifica», nuovi avvistamenti
Niente fondi e bandi fermi per la derattizzazione. La disinfestazione chiesta a gran voce non parte. E in Campidoglio, oltre che in tutta la città dove gli avvistamenti dei...

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Niente fondi e bandi fermi per la derattizzazione. La disinfestazione chiesta a gran voce non parte. E in Campidoglio, oltre che in tutta la città dove gli avvistamenti dei roditori sono quotidiani, l'allarme topi sopravvive. Nemmeno nel cuore di Palazzo Senatorio si riesce a intervenire. Nemmeno dopo l'allarme interno che arrivava dalle stanze dove lavorano i revisori dei conti e in cui sono stati trovati escrementi di roditori. «Ormai siamo abituati, le pantegane ci fanno compagnia mentre facciamo i calcoli», aveva confidato al Messaggero la presidente dell'Organismo di revisione economico-finanziaria del Comune, Federica Tiezzi giorni fa. Si è pensato a disinfestare gli ambienti? Gli uffici è un anno che ci provano. Risale a dodici mesi fa il primo allarme serio lanciato dai dirigenti. Allora, c'era Pasquale Libero Pelusi che dopo la nevicata di febbraio aveva acceso la spia: «Dopo l'emergenza neve se non ci si attiva per tempo arriveranno zanzare, topi e formiche». L'amministrazione decise che a settembre sarebbe stato avviato un programma di sanificazione. Già ma a chi affidarlo, ad Ama? No, i pareri erano contrastanti e si è delegato ad Ama finché si è potuto, almeno fino al Giubileo della Misericordia e poco oltre. Ora meno che mai l'azienda che aspetta di approvare il bilancio può pensare alla proliferazione dei topi. E infatti con la necessità di affidare il servizio a esterni, la derattizzazione è finita nei bandi lumaca del Comune. Risultato: i topi si sono moltiplicati indisturbati.


L'EMERGENZA
 Dunque, i bandi non partono dal 2017. Se i netturbini di Ama li incontrano devono anche stare attenti. Il contatto con gli escrementi e l'urina di topo è pericoloso: porta infezioni gravi tra cui anche la meningite, sottolineano gli esperti. Un esempio recente? L'area della Stazione Tiburtina è considerata off limits. Il comitato di residenti ha scritto alla municipalizzata e al Comune segnalando i cumuli di rifiuti che stazionano lì da mesi, le pozze di urina e di escrementi. La risposta degli operatori è stata uno scaricabarile: «È competenza dell'Ufficio Igiene». In sostanza hanno detto che c'è un serio rischio sanitario e pertanto «è troppo pericoloso pulire». L'opposizione sta cercando, invano, di capire cosa blocchi gli interventi di disinfestazione. L'ultima interrogazione della dem Valeria Baglio è una gragnuola di domande ancora inevase: «Sono state finora bandite gare ponte per la derattizzazione? C'è un progetto più strutturato di interventi? O si persevera nell'inerzia mentre la città è invasa dai roditori attratti dai cumuli di rifiuti?».


Gli ultimi ratti in azione sono stati avvistati ieri in viale Don Pasquino Borghi, all'altezza civico 200, nel quartiere Torrino. «Ci sono cassonetti pieni di umido e un gran numero di topi. Alla stessa altezza si trova un parco comunale con i giochi dei bambini, dove i topi vanno a mangiare i rifiuti», così una drammatica segnalazione che fa parte di una lunga lista di lamentele che i romani non sanno più a chi rivolgere. Il Presidente della Commissione Ambiente Daniele Diaco l'ha presa con calma zen e sottolinea che anche su questo fronte l'amministrazione M5S si è distinta: «Per la prima volta faremo un bando europeo di 2 milioni e 450mila euro per la derattizzazione in tutta la città, con l'ausilio di metodi eco-sostenibili e di prodotti cruelty-free (non crudeli, ndr)». Ma qui di crudele c'è che i bandi non partono. 
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Il Messaggero