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Chi si occupa di antiterrorismo è certo nel dire che «l’accelerazione dal punto di vista della radicalizzazione a volte è molto breve e anche poco palpabile» poiché «avviene magari online, sul web, o si manifesta per situazioni di malessere “individuali”». Come ad esempio accaduto qualche giorno fa a Milano quando un uomo, con in mano una copia del Corano, è stato fermato e sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio.
Quanto accaduto in Francia e in Belgio finora non ha riverberi su scala romana. Ciononostante, il livello di allerta e di controllo è stato intensificato per volere del Viminale. E se in Francia, ad esempio, il ministro degli Interni ha vietato qualsiasi manifestazione a sostegno della Palestina, in Italia la linea non è quella di vietare ma di controllare e monitorare. Almeno duecento gli obiettivi riconducibili o legati ad Israele, ad esempio, su cui il sistema di vigilanza è stato rafforzato, con un aumento di uomini. Analogamente a quanto disposto su scali aeroportuali, in primis, e ferroviari dove ad esempio sono stati rafforzati i controlli anche grazie all’utilizzo di metal-detector fissi e portatili. Continua l’analisi sugli arrivi e su alcune tratte internazionali.
La presenza islamica a Roma è un dato di fatto ma ciò che preoccupa e per cui si è intensificato il monitoraggio è l’eventuale azione del singolo. Il “battitore libero” che slegato dal sistema delle “cellule” potrebbe entrare in azione. Il rischio dunque di emulazione spinto da una condizione personale di malessere e alimentato dall’autoradicalizzazione è ciò su qui si sta focalizzando l’attenzione. Motivo per cui gli uomini dell’Antiterrorismo sono da giorni impegnati nella verifica anche dei canali virtuali nonché delle transazioni finanziarie. Sotto controllo anche il comparto universitario.
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