Termini, la proposta di un dormitorio nella stazione scatena le proteste: è lite in consiglio comunale

Termini, la proposta di un dormitorio nella stazione scatena le proteste: è lite in consiglio comunale
Quel dormitorio non s'ha da fare. Roberto Gualtieri si è speso in prima persona per disinnescare la mozione con la quale un pezzo di centrosinistra voleva superare...

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Quel dormitorio non s'ha da fare. Roberto Gualtieri si è speso in prima persona per disinnescare la mozione con la quale un pezzo di centrosinistra voleva superare l'articolo 5 della legge Lupi. Quello che impedisce a chi occupa una casa di ottenere la residenza. Arriverà in aula, ma annacquata. Anzi inoffensiva. Ma neppure è stata messa una pezza su questo versante che la maggioranza capitolina si ritrova in imbarazzo per una vicenda simile. Nei mesi scorsi è stato deciso di istituire un tavolo tecnico per rilanciare i quadranti Termini (con la stazione in primis), Esquilino e Castro Pretorio. C'era anche l'ok delle opposizioni. Quando il testo della delibera è arrivato nelle commissioni competenti, ci si è accorti che una manina aveva aggiunto una frase, chiedendo a Fs «l'utilizzo di spazi inutilizzati situati sul lato sin. del binario 1 della stazione Termini aumentando in tal modo il numero dei posti letto e l'area riservata a servizio dormitorio». Apriti cielo. I primi a protestare sono stati i consiglieri di FdI, Lavinia Mennuni e Andrea De Priamo, «perché i patti non erano questi». Ma anche la parte più moderata della maggioranza si è messa in allarme: è vero che il sindaco vuole fortemente che quello del 2025 sia il Giubileo degli ultimi, ma quando ci sono di mezzo decoro e sicurezza in Campidoglio non si scherza.

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Il Messaggero