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Ogni giorno passano dalla stazione Termini poco meno di mezzo milione di persone. Tanti pendolari, ma anche moltissimi turisti, alcuni dei quali atterrano a Fiumicino da ogni parte del mondo. Ebbene, il biglietto da visita della città che ricevono, appena scesi dal treno che li porta in centro, è di sciatteria e degrado. Il 7 ottobre su via Marsala una serie di motorini parcheggiati è andata completamente a fuoco. E oggi, a distanza di 24 giorni da quell'incendio, ancora si deve togliere il monumento all'incuria che è stato generato, con ceneri e pezzi di carcasse dei mezzi ormai fusi. Non è in uno degli angoli bui della città: è una delle tre uscite della stazione. Quindi, non tutti i cinquecentomila passeggeri al giorno di Termini, ma una discreta parte di loro se ne sarà sicuramente reso conto.
A pochissima distanza c'è l'area dei taxi, c'è lo spazio dove si fermano gli Ncc, c'è il bar degli incontri mordi e fuggi in attesa della partenza del treno. Dopo più di tre settimane dall'incidente (che portò a una dozzina di scooter inceneriti e a una baracca di un senzatetto distrutta), il degrado della Capitale si palesa ancora una volta davanti ai turisti. Lo si nasconde per come si può con una rete arancione da cantiere, dando quasi l'impressione che è qualcosa che se ne andrà dall'oggi al domani, invece i romani sanno che quello è il simbolo delle buche diventate voragini e delle aree interdette al passaggio. Infatti, nel caso di quanto accaduto su via Marsala, la rete serve solo a evitare che si possa inciampare su uno dei rottami e che si vada a fare un capitombolo su quella distesa di rifiuti.
IL DEGRADO
Janet è una turista americana. È tra quelle che sta prendendo un taxi per andare in centro. Poco meno di una settimana fa era appena arrivata con il Leonardo Express e si era imbattuta per puro caso nella scena. Smarrita, aveva fatto due passi in più rispetto alla classica area di sosta per le auto bianche e si era subito resa conto del degrado. «Pensavo fosse una cosa provvisoria, di un incidente avvenuto qualche ora prima - dice - Invece a distanza di giorni lo ritrovo ancora qui.
SANGUE SULL'ASFALTO
Non solo incendi, però. Dal centro alla periferia, la storia si ripete. Giovedì scorso un uomo decide di uccidersi in via Montebruno, a Torrevecchia. Faceva il cacciatore e si è suicidato sparandosi un colpo di fucile. In quel pezzo di via ne resta l'asfalto sporco di sangue. «Da giovedì scorso, giorno dell'incidente, l'area ancora de ve essere ripulita - tuonano i residenti - Ormai c'è persino chi ci parcheggia sopra, troppa indifferenza, oltre che dei residenti anche di chi, invece, dovrebbe passare qui a pulire tempestivamente».
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Il Messaggero