Roma, alla stazione Termini ancora degrado dopo l'incendio: via Marsala «come una discarica»

Tra le reti arancioni resti dei motorini, cenere tossica e primi rifiuti

Zona transennata su Via Marsala dopo l'esplosione di venerdì 7 ottobre 2022
Più di 10 motorini sono andati in fiamme lo scorso venerdì 7 ottobre davanti l’uscita laterale della stazione Termini che porta su via Marsala, la...

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Più di 10 motorini sono andati in fiamme lo scorso venerdì 7 ottobre davanti l’uscita laterale della stazione Termini che porta su via Marsala, la via che costeggia Castro Pretorio dove sono presenti bar, taxi, uffici e negozi.

A provocare l’esplosione, un mozzicone di sigaretta gettato a terra sotto uno dei motorini parcheggiati, che a detta proprio dei commercianti perdeva probabilmente benzina o olio. È bastata una fiammata a incendiare anche gli altri veicoli vicini e a far evacuare tutta la zona davanti l’Hotel Siracusa, vicino lo storico Caffè Trombetta.

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Di quel pomeriggio nero, che ha innescato la paura generale e un’aria irrespirabile, sono rimasti però ora oltre ai danni ai veicoli, per fortuna non gravi a persone, i resti di un marciapiede che rischia di rimanere così ancora per molto tempo. La zona transennata dal nastro arancione e quello giallo della Polizia di Roma Capitale è già «una discarica a cielo aperto» con i resti dei motorini, la cenere tossica e i primi rifiuti, tra cui bottiglie di plastica e pacchetti di sigarette. Ad aggiungersi a questo, anche la carreggiata più vicina ai negozi bloccata dai nastri, è diventata subito preda di parcheggi temporanei, tra il caos del traffico di punta e i continui clacson.

Uno scenario, lamentano commercianti e lavoratori della zona, che non fa molto onore alla Capitale, in particolare proprio la stazione Termini che è per molti il biglietto da visita della città. La speranza è quella di una pronta rimozione dei residui, non solo per chi al momento è costretto a prendere un caffè in compagnia della cenere, ma anche per riaprire la carreggiata e tornare a far scorrere velocemente il traffico. Senza attendere, però, che arrivi la prima pioggia a spargere tutto via.

 

 

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Il Messaggero