Taxi? Taxi? Parlano a voce alta, a volte in inglese, per attirare l'attenzione dei turisti appena scesi dagli autobus, si appostano in luoghi strategici, li invitano a salire...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
NUOVE STRATEGIE
I taxi abusivi hanno cambiato strategia. Ora non è più il cliente ad andare da loro: sono loro ad andare direttamente dai clienti. Si appostano nei punti nevralgici, cercando di sovrapporsi ai tassisti regolari: da Fiumicino a Termini, passando per gli stazionamenti dei bus che collegano il centro città con i due scali romani.
Gli abusivi si fingono tassisti, ma le vetture di cui dispongono sono tutt'altro che regolari. Le parcheggiano poco lontano dagli stazionamenti dei pullman. «Dai, facciamo un prezzo particolare». Una volta saliti ci si rende conto di essere in una macchina del tutto normale, altro che taxi. Nessun tassametro, nessuna scritta sulla carrozzeria, nessun registro per le ricevute. Abbiamo provato a fare lo stesso percorso descritto dallo studente tedesco: da Termini a Porta Maggiore, poco più di 2 chilometri. Stessa ora, stesso tipo di autista. E stesso risultato. «20 euro, prego». E la ricevuta? Non è prevista. Una corsa in un taxi regolare, sullo stesso percorso, alla stessa ora (dopo mezzanotte), costa esattamente la metà: 10 euro, con tanto di ricevuta. «Non possiamo fare molto per difenderci», racconta Valentino, tassista a Termini. «Sappiamo che gli abusivi ci sono, ma non è nostro compito allontanarli».
«Purtroppo stiamo parlando di suolo pubblico», commenta Marina Solazzi, responsabile relazioni esterne Trenitalia. «In questi casi, oltre alla Polfer, c'è poco da fare. Per noi è impossibile controllare tutti coloro che si avvicinano all'area Arrivi».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero