Task force contro i topi a Roma, arruolati i super tecnici: dovranno occuparsi anche della lotta a scarafaggi, zanzare e gabbiani

Per fermare i ratti il Comune ha ingaggiato una biologa, un entomologo e uno scienziato

Task force contro i topi a Roma, arruolati i super tecnici: dovranno occuparsi anche della lotta a scarafaggi, zanzare e gabbiani
Chi dice otto, chi dieci, chi si spinge fino a dodici milioni: nessuno ha la certezza di quanti siano davvero i topi a Roma. Per qualche ex assessore non ce n’erano. Per i...

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Chi dice otto, chi dieci, chi si spinge fino a dodici milioni: nessuno ha la certezza di quanti siano davvero i topi a Roma. Per qualche ex assessore non ce n’erano. Per i romani e i turisti ci sono eccome. E spesso anche per i gabbiani: i social riportano spesso video e foto di lauti banchetti dei gabbiani a base di topi. Ora il Comune, dopo mesi di rinvii, si appresta a dare il via alla guerra ai topi ma anche a blatte e zanzare, piccioni e gli stessi gabbiani: sei aziende, sei milioni di euro per tre anni e, adesso, tre superesperti: una biologa, un entomologo e uno scienziato forestale. È a loro, i tre cacciatori di “specie infestanti”, che il Campidoglio si affida per provare a combattere il proliferare di tutti questi animali. Il loro compito sarà, di fatto, quello di guidare con reali competenze scientifiche le task force comunali impegnate nelle azioni di derattizzazione, disinfestazione da zanzare e vespe e simili, e di lotta a quelle specie di uccelli, come piccioni e gabbiani appunto, ormai fin troppo integrate nel tessuto cittadino.

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«PROFILI QUALIFICATI»

Spiega l’assessore all’Ambiente del Comune, Sabrina Alfonsi: «Anche sul fronte della lotta alle specie infestanti Roma si avvarrà di profili qualificati a supporto dei nostri dipendenti. Dal mese di dicembre intensificheremo i nostri interventi affidando finalmente una gara recentemente conclusa di più di 6 milioni di euro che utilizzeremo per il triennio 2024 - 2026. Sei imprese operative in città per interventi di derattizzazione e disinfestazione».

RIFIUTI E CLIMA

Uno dei grandi problemi di Roma è la difficoltà, soprattutto nel periodo fra il 2013 e il 2021, nella gestione della raccolta dei rifiuti dalle strade cittadine: le immagini dei cassonetti ricoperti dai sacchetti hanno fatto più volte il giro del mondo. Un contesto che ha consentito a queste specie «sinantrope», come le definisce il Comune negli atti di affidamento di questo incarico, ovvero specie animali che sono attratte e convivono nell’ambiente alterato dall’uomo grazie alla presenza di cibo facile da trovare. E per un video di gabbiano che si ciba di un topo, sono decine i girati di topi intorno ai cassonetti, di gabbiani e piccioni che si nutrono di rifiuti stracciando sacchetti e spargendone il contenuto a terra. Così come le difficoltà degli anni antecedenti il 2021 nella gestione della disinfestazione di zanzare ma anche il caldo anomalo di questo e dello scorso inverno hanno determinato un incremento del numero delle zanzare autoctone e di quelle importate come la zanzara tigre.

I TRE “CACCIATORI”

Il 18 ottobre di quest’anno, il Campidoglio pubblica un annuncio per ottenere la manifestazione di interesse da parte di professionisti per il ruolo di “Direttore dell’Esecuzione del Contratto”, il cosiddetto Dec, che potessero, sostanzialmente, guidare le squadre di derattizzazione e disinfestazione. Alla fine, si presentano sei esperti e, basandosi sul curriculum, il Comune ne seleziona tre: Pietro Cobre, Maria Pelullo e Luigi Caffa.
Il primo, Pietro Cobre, è uno specialista in entomologia, lo studio degli insetti: zanzare, blatte, vespe, formiche, ma anche specializzato nella lotta ai topi. 
La seconda, Maria Pelullo, è una biologa, specializzata in patologia clinica e biochimica clinica che ha lavorato a lungo proprio sui topi.

Il terzo, invece, Luigi Caffa, ha un lungo curriculum come responsabile tecnico scientifico di moltissime pubbliche amministrazioni nel nord Italia - fra cui Milano, Asti, Biella, Novara, Torino - nella lotta alle zanzare e alle derattizzazioni ma anche nell’analisi dell’ambiente attraverso l’utilizzo delle api come agenti di controllo del territorio.

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Il Messaggero