OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Solo la prontezza di riflessi ha permesso a un carabiniere di schivare i colpi d'arma da fuoco di un 65enne romano che aveva annunciato il suicidio. Tutto è accaduto nella serata di sabato quando l'autore del folle gesto, un tecnico delle ferrovie ancora in attività, ha deciso di recarsi in una zona boschiva della località Pratoni del Vivaro (nella zona più alta dei Castelli Romani, ai confini comunali tra Rocca di Papa e Rocca Priora) per farla finita. Con sé ha portato una doppietta calibro 12 e poi ha deciso di chiamare il 112 annunciando la sua volontà, ma senza spiegarne i motivi.
Spara al cinghiale, colpisce il cacciatore ma è giallo sulla dinamica dell'incidente
«Aiutatemi, mi sto per suicidare»
A quel punto i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Frascati e della stazione di Rocca Priora hanno immediatamente avviato le ricerche dell'uomo, non semplice da raggiungere in quell'area ricca di vegetazione.
L'INTERVENTO
Nel momento di grande concitazione, un altro carabiniere si è mosso alle spalle del 65enne e con coraggio e fermezza lo ha bloccato e disarmato prima che potesse sparare ancora: nella seconda canna, infatti, era pronta un'altra cartuccia inesplosa a testimonianza della pericolosità del soggetto in questione. Al termine del delicato intervento tutti i militari sono rimasti illesi, ma l'episodio sarebbe davvero potuto sfociare in tragedia. È stata inoltre recuperata l'arma utilizzata dal 65enne che è risultata di proprietà del padre defunto ed illegalmente detenuta. I carabinieri hanno deciso di sequestrare la doppietta e nel contempo sono state avviati degli accertamenti per verificare i requisiti circa il possesso dell'arma del padre defunto e anche sull'eventuale mancato rispetto dell'obbligo di denuncia della stessa da parte degli eredi. Ancora ignoti i motivi che hanno portato il 65enne a compiere un gesto di questo tipo: l'uomo, tecnico delle ferrovie, era in malattia da qualche tempo e quindi ultimamente non stava andando sul posto di lavoro. Quando i carabinieri lo hanno interrogato, ha dato delle risposte evasive e poco lucide che ne hanno evidenziato lo stato psicofisico molto alterato. Certamente la depressione, dovuta probabilmente a motivi lavorativi o ad altre situazioni personali, ha giocato un ruolo fondamentale in questa vicenda: l'uomo non sembra essersi nemmeno reso conto delle possibili conseguenze del suo folle gesto. Ora il 65enne è rinchiuso presso il carcere di Velletri a disposizione dell'autorità giudiziaria e dovrà rispondere dell'accusa di tentato omicidio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero