Roma, studentessa cinese travolta da un treno: «Il macchinista la vide, ma non diede l'allarme»

Roma, studentessa cinese travolta da un treno: «Il macchinista la vide, ma non diede l'allarme»
La procura ha chiesto il processo per il possibile responsabile della morte di Zhang Yao, la ventenne cinese uccisa da un treno a Tor Sapienza, nel dicembre 2016, dopo essere...

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La procura ha chiesto il processo per il possibile responsabile della morte di Zhang Yao, la ventenne cinese uccisa da un treno a Tor Sapienza, nel dicembre 2016, dopo essere stata scippata. La colpa, però, non sarebbe dei tre ragazzi rom che hanno strappato la borsa alla ragazza. E neanche del macchinista del treno che l'ha investita mentre si trovava a ridosso dei binari dove si era spinta per tentare di raggiungere i borseggiatori. Secondo il pm Giovanni Battista Bertolini la responsabilità dell'incidente andrebbe addebitata al conducente del convoglio regionale, passato nel tratto otto minuti prima, che pur avendola vista, sotto choc e in balia del pericolo, non avrebbe segnalato l'allarme al responsabile del traffico ferroviario del tratto. Per l'indagato, un quarantottenne di Nettuno, la Procura ha formalizzato la contestazione di omicidio colposo e chiesto il rinvio a giudizio.


«Il conducente del convoglio - afferma l'accusa - ripartendo dalla stazione Tor Sapienza diretto a Palmiro Togliatti pur scorgendo una persona lungo i binari ed emettendo pertanto correttamente un fischio per richiamare l'attenzione, ometteva tuttavia di comunicare col mezzo più rapido, per esempio via radio, l'anomalia rilevata all'operatore di circolazione interessato». Il fischio è la prova che il macchinista aveva scorto la ragazza e si era preoccupato. Senza, però, completare le procedure di allarme.


«Otto minuti potevano bastare per salvare nostra figlia», hanno detto i genitori di Zhang, che ieri, assistiti dall'avvocato Francesco Romanini, si sono costituiti parte civile contro il macchinista. Dopo essere stata scippata da tre bosniaci, tra cui Serif Severovic, il ventenne che cinque mesi dopo avrebbe dato fuoco a un camper uccidendo tre sorelle rom, Zhang Yao è rimasta per undici minuti in lacrime al telefono con un'amica. Undici minuti ad alto rischio, al di là dei binari. La telefonata è stata interrotta dall'urto. Le indagini così hanno escluso la responsabilità diretta dei bosniaci, condannati solo per lo scippo. Ma anche del conducente del treno che ha travolto la giovane. Sbucava da una galleria e viaggiava a 140 chilometri orari, non avrebbe fatto comunque in tempo ad arrestare la marcia. A meno che il conducente precedente non l'avesse avvisato. Zhang era arrivata a Roma per frequentare l'Accademia delle Belle Arti.
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Il Messaggero