Stormfront, incitavano all'odio razziale: 24 condannati

Stormfront, incitavano all'odio razziale: 24 condannati
Hanno pubblicato online, sul sito di estrema destra Stormfront, messaggi di odio nei confronti di ebrei, immigrati e personaggi pubblici. Per questo 24 persone sono state...

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Hanno pubblicato online, sul sito di estrema destra Stormfront, messaggi di odio nei confronti di ebrei, immigrati e personaggi pubblici. Per questo 24 persone sono state condannate dal Tribunale di Roma che ha accolto l'impianto accusatorio della Procura e dell'attuale procuratore aggiunto a Firenze, Luca Tescaroli. Le accuse, a seconda delle posizioni, sono di diffusione di idee fondate sull'odio razziale ed etnico, diffamazione, minacce e violazione della legge Mancino. I giudici della prima collegiale hanno inflitto condanne comprese tra i 3 anni e 10 mesi e l'anno di reclusione. I fatti risalgono al 2011 e 2012.


Stormfront, in 25 rinviati a giudizio a Roma: accusati di odio razziale e minacce
Quando la discriminazione è anche fra italiani

Nel procedimento si erano costituite parte civile, tra gli altri, anche lo scrittore Roberto Saviano e il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini e l'Unione delle comunità ebraiche e la Comunità ebraica di Roma. L'ex sindaco Nicolini era stata presa di mira per la sua politica sull'accoglienza dei migranti. In particolare, alcuni degli imputati, dopo un'intervista rilasciata dalla Nicolini, nella quale si esprimeva sugli sbarchi dei migranti auspicando il loro approdo a Lampedusa piuttosto che la loro morte in mare, hanno pubblicato minacce nei suoi confronti. «Meriterebbe che la sua casa venisse derubata dopodichè data alle fiamme che venisse stuprata da un'orda di subumani che tanto ama», hanno scritto sul forum del sito.


Nel corso del processo Saviano è stato ascoltato come testimone. «Mi hanno chiamato 'ebreo Savianò - ha detto in aula l'autore di Gomorra - come se la parola 'ebreò fosse un marchio di fabbrica infamante, e hanno commentato in modo diffamatorio e manipolatorio quanto scritto in alcuni articoli, tra cui quello sul New York Times in cui sottolineavo, riferendomi alla rivolta di Rosarno del 2010, il coraggio degli immigrati africani, aggrediti dai caporali della 'ndrangheta, contro le mafie, e il silenzio degli italiani». I giudici hanno disposto una serie di provvisionali in favore delle parti lese. «Siamo molto soddisfatti, perché è vero che non si combatte solo con la repressione, ma è importante che questi personaggi capiscano che si paga un prezzo. Io ho sempre percepito la pericolosità reale di queste persone», ha commentato Nicolini lasciando piazzale Clodio dopo la sentenza.
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Il Messaggero