«Se non è Ama riguarda l'Atac e ora ritorna anche lo Stadio: i problemi sono tanti, troppi». Sbuffa al telefono nel lunedì dell'angelo uno dei...
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Domani l'ennesimo redde rationem nella maggioranza, con uno scenario prevedibile: un fronte raggiano che blinda la sindaca; i malpancisti dall'altra parte. Molta acqua è passata dal giugno 2016 quando i 29 grillini salirono, un po' spaesati, la scalinata ai piedi del Marc'Aurelio. Le vicende giudiziarie che in tre anni sono planate senza soluzione di continuità addosso all'amministrazione Raggi, stanno portando all'esasperazione più di un consigliere: «Tra noi c'è chi lavora, si impegna, e rischia di dover pagare errori di altri. Valutazioni sbagliate, consigli impropri, non va bene nulla. Sono più di due mesi che manca anche l'assessore all'Ambiente». E domani il concetto verrà ribadito nella riunione serale: si sarebbe dovuto parlare di altro (del Cda Ama, ad esempio) ma si finirà a discutere anche di stadio. È inevitabile. Lo zoccolo duro della maggioranza ripeterà la necessità di andare avanti «perché come puntualizza il capogruppo Giuliano Pacetti l'iter amministrativo è regolare e sulla variante stiamo seguendo la procedura ordinaria». E poi, aggiunge un altro esponente, «pur volendo dire no al progetto certificheremmo la sconfitta, come dire: Non siamo capaci. Se lo immagina il contraccolpo sull'elettorato?». Sarebbe una débacle a due mesi esatti dalle Europee, vero spartiacque per M5S anche a livello nazionale e data clou anche per Tor di Valle. Secondo alcuni grillini, quelli più ottimistici, proprio tra fine maggio e inizio giugno la tanto discussa variante urbanistica potrebbe approdare in aula Giulio Cesare per ottenere il via libera dell'Assemblea. Lì si farà la conta: «Da questa storia ce ne saremmo dovuti tener fuori fin dall'inizio. Qualcuno potrebbe darsi malato o non votare proprio, l'ipotesi non è così remota». Sempre che, vista l'aria che tira, non si decida per un rinvio tattico in attesa che le acque si calmino.
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Il Messaggero