Ostia, spiagge sporche e l'ombra dei clan: «Paghiamo il danno d'immagine»

Ostia, spiagge sporche e l'ombra dei clan: «Paghiamo il danno d'immagine»
Dal caro prezzi degli stabilimenti esclusivi e in, ai servizi assenti sulle spiagge libere gestite dal Comune di Roma. Poi l'erosione, la crisi che risvegliato l'animo...

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Dal caro prezzi degli stabilimenti esclusivi e in, ai servizi assenti sulle spiagge libere gestite dal Comune di Roma. Poi l'erosione, la crisi che risvegliato l'animo cafonal e popolare dei fagottari e su tutto l'immagine di Ostia uguale mafia. Tutti i motivi del flop dell'estate 2108 del mare di Roma, la prima dopo il termine del commissariamento per infiltrazioni e la prima gestita dal Municipio M5S. Il fattore immagine ha fortemente penalizzato il litorale in tutti i suoi settori. E di certo non aiutano gli spot trasmessi nelle stazioni metro che per rilanciare l'immagine rievocano la testata inferta da Roberto Spada al giornalista della trasmissione Nemo, Daniele Piervincenzi.


LE MANCANZE

«C'è una cattiva gestione e una mancata progettualità della città - ammettono gli operatori del commercio - Ostia non è il Far West in cui bisogna entrare con le pistole cariche. Il mare di Roma non potrà neanche mai decollare finché le campagne per riabilitarlo sono deleterie e controindicate». E il video choc della testata del boss sinti - reggente del clan secondo i pm - al giornalista che faceva domande è assurto a simbolo dell'emergenza criminalità a Ostia. Più delle sparatorie in pizzeria o nelle casa degli Spada. Più delle inchieste della magistratura e delle forze di polizia. Più del rumore dell'elicottero di notte che sorprende nel sonno i delinquenti e sveglia un intero quartiere. «Quelle immagini offendono i cittadini onesti e perbene di Ostia - fa sapere Gaetano Di Staso, presidente dell'associazione Vivere Ostia Antica - volevamo dimenticare quella parentesi e invece si continua a fare pubblicità ai criminali». Per la presidente grillina Giuliana Di Pillo quello spot doveva essere «una battuta scherzosa, satira». Per il consigliere M5S del X Municipio Mattei è stato «un bene perché tutti hanno parlato di Ostia». Di sicuro un'idea non apprezzata nemmeno dalla sindaca Raggi. E intanto a Ostia aumentano i disservizi. L'estate è oltre il giro di boa e le spiagge libere della rinascita e che avrebbero dovuto rappresentare il passo del cambiamento sono prive dei servizi essenziali. All'ex Amanusa mancano le passerelle per disabili e anche i bagni. Tutto davanti a un camping internazionale pieno di turisti stranieri. Al Faber Beach, per anni il punto di incontro estivo dei giovani romani, sono ancora in piedi le strutture pericolanti dei chioschi, così come a Ponente. «Non ci sono soldi per demolirli», spiegano dal X. E i bagnanti sono a rischio ogni giorno. In compenso, però, ci sono le reti da beach volley installate da pochi giorni. Al mare di Roma a registrare il tutto esaurito sono le spiagge di Castel Porziano e Capocotta, riportate alla legalità con il prefetto Vulpiani, e dove l'amministrazione capitolina non ha messo mano. A Ostia, ormai i ragazzi non vengono più nemmeno per un «calippo e na biretta». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero