Sul caso del centro sociale di Casal Bruciato che non paga l'affitto al Comune e organizza "la festa della cannabis", scattano le reazioni poliche, da parte di Forza...
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Leggi anche:----> Nel centro sociale moroso 12 ore di festa della cannabis. I residenti: «Siamo esasperati»
«In quel centro sociale – denuncia Gasparri - si svolge una festa della droga che causa gravi disturbi a tutto il quartiere. Inoltre, e non c’è bisogno di rapporti riservati, basta leggere i giornali, c’è la certezza che siano arrivati quantitativi significativi di droga per celebrare appunto il party delle sostanze stupefacenti. È così difficile mandare dieci automobili delle forze di polizia per sgombrare questo centro sociale? L’ordine pubblico deve essere mantenuto con polemiche via Facebook o con l’intervento fisico dello Stato? Se non ci sarà un intervento entro oggi a Casal Bruciato per sgomberare questo centro e per porre fine a questa festa della droga denuncerò tutte le autorità nazionali e locali per la evidente omissione. Si agisca subito. Oppure la si smetta di fare pagliacciate come circolari, video annunci, sfilate, spiegazioni alla città come quelle veramente patetiche con le molliche di pane e senza molliche di cervello. Si mandino a Casal Bruciato divise vere non video in maschera».
«Quanto denunciato oggi dal Messaggero, dove al centro sociale Intifada in via Casal Bruciato si balla fino all'alba con festini alla cannabis - attaccano poi gli esponenti FdI, Andrea De Priamo, capogruppo in Campidoglio, e Fabrizio Ghera, capogruppo alla Regione Lazio - è l'ennesima conferma di una città che vive nella più totale illegalità. In tutto questo a farne le spese sono i residenti del quartiere, esasperati dal rumore e dai continui sballi molesti e illegali, come del resto già accaduto anche in altre zone della Capitale, come nel caso del Villaggio Globale, centro sociale moroso. No ai festini 'party e cannè: come Fratelli d'Italia chiediamo alla sindaca Raggi e al ministro dell'Interno Salvini l'immediato sgombero del centro sociale Intifada».
Il Messaggero