Ciak in Centro, ecco Roma criminale con Sollima

Le prime scene del kolossal "Adagio"

Ciak in Centro, ecco Roma criminale con Sollima
Le strade transennate, le telecamere montate su un furgone per riprendere la scena in movimento, la moto che scalda i motori, l'attore si prepara, indossa il casco, guarda...

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Le strade transennate, le telecamere montate su un furgone per riprendere la scena in movimento, la moto che scalda i motori, l'attore si prepara, indossa il casco, guarda avanti concentrato. E ciak, motore, azione...si gira la lunga volata al cardiopalma, per le vie del Centro storico. La luna sembra quasi accendersi a favore di scena. Una notte da brividi cinematografici allora, degni della tradizione di Roma. A guidare la troupe è il regista Stefano Sollima, divo tra i divi, che porta nel cuore della Capitale la sua nuova creatura, il thriller d'azione Adagio, non altro che il capitolo finale della trilogia sulla malavita romana iniziata con il cult Romanzo criminale e continuata con Suburra. Il set è blindatissimo, ma a fare breccia è la macchina fotografica vulcanica di Rino Barillari, il king dei paparazzi. Ore di appostamento e teleobiettivo alla mano, non molla un centimetro. Nonostante la cortina di addetti alla security.

 

Ciak, si gira. Ora il Lazio è tutto un set

 

Ecco allora le prime scene del kolossal che vanta un cast all star, da Pierfrancesco Favino a Toni Servillo, passando per Valerio Mastandrea e Adriano Giannini. C'è già da emozionarsi al pensiero. La troupe sembra invadere il Centro storico, tanto è complessa e articolata la scena. È notte, sono passate le 23. Stefano Sollima spiega le scene ai tecnici, controlla l'inquadratura, si accende una sigaretta, riflette. Il suo quartier generale per l'inizio della scena è a piazza dell'Ara Coeli. Un presidio di più di venti agenti di Polizia locale monitorano le transenne. Chiuso al traffico. E si preoccupano di far spostare le macchine parcheggiate sui marciapiedi. Forse l'ambientazione è d'epoca. Serve una Roma d'altri tempi? Si attende l'intervento degli addetti alla scenografia. La corsa in moto dell'attore, il giovane Gian Marco Franchino, è lunga e complessa. Le telecamere montate sull'auto lo seguono a piazza del Gesù, passano per largo Argentina, continuano su corso Vittorio. Signore e signori, la malavita romana è tornata protagonista. Per fiction, ma è spettacolare.


 

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Il Messaggero